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Di Girolamo: “Il nuovo Dl che annulla il Superbonus blocca la ricostruzione post sisma”

Nel pomeriggio di ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge con misure urgenti in materia di cessione di crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali. Ieri sera il  DL11/2023 è stato firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed è diventato legge oggi con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Da oggi dunque non sarà più possibile effettuare l’opzione dello sconto in fattura né la cessione dei crediti d’imposta per i bonus fiscali.

Il Superbonus 110%

Il testo ha modificato la disciplina riguardante la cessione dei crediti d’imposta relativi a spese per gli interventi in materia di recupero patrimonio edilizio, efficienza energetica e “Superbonus 110%”, facciate, impianti fotovoltaici, colonnine di ricarica e barriere architettoniche. E, le misure antisismiche. Ora questo non è più possibile.

L’intervista all’ingegnere Di Girolamo

“Il DL11/2023 emanato dal governo di fatto blocca la ricostruzione post sisma”, commenta a caldo a Interris.it l’ingegnere Roberto Di Girolamo, strutturista impegnato nella ricostruzione post-terremoto nel Centro Italia.

Cosa sta succedendo?

“Di fatto il Governo, bloccando indiscriminatamente tutte le cessioni del credito ancora da fare, ha di fatto bloccato anche quelle per il terremoto. E’ infatti un decreto generalista e – al momento – non fa deroga per gli articoli relativi al terremoto. I progetti già consegnati in Comune forse c’è ancora speranza, ma il testo non è chiaro. Per i progetti ancora da consegnare – circa 30mila – non ci sono più possibilità. Tra l’altro, solo per finire a consegnare i progetti di ricostruzione (e non dunque a finire la ricostruzione) ci vorrebbero circa altri 15 anni. per questo, al momento, il dl è una catastrofe per la ricostruzione post sisma”.

A cosa serviva il Bonus 110%?

“Il Bonus 110% serviva a coprire il cosiddetto accollo. Con l’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, i soldi dati dallo Stato non bastano più. Il Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del Centro Italia, Giovanni Legnini, per non chiedere maggiori costi per la ricostruzione degli edifici, ha chiesto che venisse applicato il bonus 110% alla parte che rimaneva scoperta: l’accollo, vale a dire ciò che avrebbe dovuto mettere il cittadino di tasca propria”.

Facciamo un esempio pratico?

“Un cittadino ha la casa danneggiata dal sisma. Per la ricostruzione servono 150mila euro. Lo Stato ne finanzia 100mila. Fino a ieri il proprietario, per i 50mila euro d’avanzo (cioè l’accollo) poteva accedere ai crediti d’imposta. Inoltre, le imprese avrebbero fatto lo sconto in fattura dei crediti. In questo modo il cittadino aveva risarcito il 100% dei lavori, cioè 150mila euro. Che è quello che richiede il dl 189/2016: nel testo della legge sulla ricostruzione post sisma c’è scritto che lo Stato finanzia al 100% i costi totali”.

Ora cosa cambia?

“Di fatto ora l’accollo è a spese del cittadino. Una spesa che può essere anche di decine di migliaia di euro. Una spesa, di certo onerosa, che in pochi si possono permettere. Per questo dico che, ad oggi, è stata ‘uccisa’ la ricostruzione se non pongono rimedio e non mettono una specifica”.

Cosa fare?

“Il Consiglio ha concordato che le associazioni di rappresentanza delle categorie maggiormente interessate dalle disposizioni del Dl saranno sentite dal Governo il prossimo 20 febbraio. Credo sia necessaria una deroga per gli edifici danneggiati dal sisma. Se non pongono rimedio e non mettono una specifica, in pratica viene ‘uccisa’ la ricostruzione. Al momento, o il cittadino paga di tasca propria le spese di accollo o si fanno dei progetti non sulle reali necessità dell’edificio danneggiato, ma sul contributo, vale a dire sui soldi a disposizione. Questo è grave e pericoloso perché così la ricostruzione non è sicura. E’ un danno all’Italia e ai cittadini dove già troppi edifici non sono ancora in sicurezza”.

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