Per la ministra di Pari opportunità e Famiglia Elena Bonetti “l’assegno unico e universale”, ovvero 250 euro in media a figlio, “è un risultato storico perché in Italia facciamo finalmente un primo passo per cambiare le politiche familiari, rimettendo al centro le nuove generazioni, le donne, il sostegno alla genitorialità e la parità di genere”.
Ma, sottolinea in un’intervista a Repubblica, “se ci limitassimo solo all’assegno sbaglieremmo di nuovo strategia: ragion per cui questa misura sta dentro al Family act, agganciata ad altre altrettanto rilevanti”.
Bonetti: “Necessario superare la denatalità”
“Uno degli elementi chiave della denatalità nel nostro Paese è la correlazione tra la libertà delle donne di poter progettare la loro vita e il pieno accesso al mondo del lavoro, anche integrandolo con l’esperienza della maternità”, chiarisce Bonetti.
Secondo la ministra, per superare la denatalità bisogna sanare le diseguaglianze nel mondo del lavoro e nelle famiglie, rispetto ai carichi di cura e alle carriere femminili. “Nel Family act sono previste la revisione dei congedi parentali per garantirli a tutti i lavoratori, autonomi inclusi; incentivi al lavoro femminile; decontribuzione di quello domestico; possibilità di rendere meno costoso per le imprese assumere le donne. La maternità – conclude Bonetti – deve essere considerata un investimento sociale“.
La denatalità in Italia
Non si arresta il calo delle nascite in Italia. Secondo L’ Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), al primo gennaio 2020 i residenti ammontano a 60 milioni 317mila, 116mila in meno su base annua. Lo rende noto l’Istat nell’annuale rapporto sugli indicatori demografici. Aumenta il divario tra nascite e decessi: per 100 persone decedute arrivano soltanto 67 bambini (dieci anni fa erano 96). Secondo Istat, nel 2019 è stato registrato il livello più basso di “ricambio naturale” degli ultimi 102 anni.