La Cina ha ordinato il maxi lockdown per tutti i 17 milioni di abitanti che risiedono a Shenzhen, città appartenente alla provincia di Guangdong, nella Cina continentale meridionale e per l’intera provincia di Jilin (24 milioni di abitanti) nella parte nord orientale del paese al confine con la Corea del Nord. Misure prese dalle autorità di Pechino in risposta al balzo dei nuovi casi di Covid di queste ore registrati nelle due distinte aree del Paese.
Shenzhen: la “Silicon Valley cinese”
La decisione è stata presa dopo il drastico aumento dei casi di Covid nella città, sede di giganti della tecnologia come Huawei e Tencent, tanto da essere chiamata la “Silicon Valley cinese”. La misura è stata annunciata dal governo di Pechino dopo che nelle ultime 24 ore erano stati rilevati 66 nuovi contagi; le autorità hanno quindi disposto che ogni abitante venga sottoposto a tre test.
In tutto il Paese, nelle ultime 24 ore, i casi rilevati sono stati quasi 3.400. Si tratta di numeri lontani da quelli registrati in altre nazioni del mondo, ma significativi per la Cina, in cui dall’inizio della pandemia è attiva una rigorosa politica “zero-Covid”, con l’obiettivo di eliminare tutti i focolai e le catene di trasmissione utilizzando – scrive SkyTg24 – una combinazione di controlli alle frontiere, test di massa e procedure di quarantena.
La #Cina ha messo in #lockdown #Shenzhen.La decisione è stata presa per via di un aumento di contagi da #COVID19 . Da 3 mesi la Cina sta portando avanti la strategia ZeroCovid, che prevede la chiusura totale delle città più popolose anche solo in presenza di poche decine di casi. pic.twitter.com/k037ShgsfE
— Radio Italia Cina (@radioitaliacina) March 14, 2022
Il blocco delle catene di approvvigionamento
Il governo locale della città di Shenzhen ha chiesto ai residenti di restare nelle proprie abitazioni dopo il picco di contagi rilevato, in gran parte determinato dalla diffusione della variante Omicron del virus.
Già la scorsa settimana erano arrivate le prime avvisaglie, con la città che aveva deciso la chiusura di locali non essenziali e vietato i pasti nei ristoranti. Il lockdown imposto adesso, però, rischia di bloccare ulteriormente le catene di approvvigionamento globale già messe a dura prova dalla pandemia.
A confermarlo anche la notizia della sospensione delle attività, proprio a Shenzhen, da parte del gigante dell’elettronica taiwanese Foxconn, principale fornitore del colosso della tecnologia Apple.
Cina, il #Covid rialza la testa: #Shenzhen chiude, il porto rischia https://t.co/e6CS3crl7x
— ShipMag 🇮🇹 (@mag_ship) March 14, 2022
In lockdown anche l’intera provincia di Jilin
Sempre oggi la Cina, dopo l’hub tecnologico di Shenzhen, mette in lockdown l’intera provincia di Jilin e i suoi 24 milioni di abitanti a causa del balzo dei casi di Covid (quasi 900 ieri), adottando le misure più vicine a quelle del 2020 per domare la pandemia nell’Hubei e nel suo capoluogo Wuhan.
Ai residenti, scrive Ansa riprendendo la nota delle autorità locali, è vietato di lasciare la provincia che confina con la Corea del Nord per lo stop temporaneo ai viaggi transprovinciali e transurbani a carico soprattutto dei residenti di Changchun e Jilin, le città più colpite.
#Chinese province of #Jilin, with a population of 24 million has been put under complete #lockdown due to the increased number of #Covid19 cases in the region.#ChinaLockdown #ChinaCovid19 #Coronavirus #CoronavirusLockdown https://t.co/9BB7R6fLIS
— ਪੀਟੀਸੀ ਨਿਊਜ਼ | PTC News (@ptcnews) March 14, 2022