Il Coronavirus ha bloccato tutte le attività non essenziali. Le procure continuano a lavorare. La certezza che la giustizia è tenuta ad assicurare è un diritto costituzionale che non può essere certamente sospeso. Ma, in questa situazione di emergenza, come si muovono le procure italiane già storicamente affette da carenze di personale e assenza di tecnologie? Lo spiega Francesco Greco Procuratore capo di Napoli Nord, ufficio giudiziario che abbraccia un’area tra Napoletano e Casertano ad alto rischio anche sul fronte della criminalità organizzata.
Gli uffici giudiziari a lavoro
“Abbiamo attuato per tutti i dipendenti lo smart working – premette – la totalità lavorano da casa. Per quanto riguarda le urgenze abbiamo istituito dei turni con presidi giornalieri. C’e’ sempre un gruppo di dipendenti a rotazione“. “La nostra situazione organizzativa – continua – è stata compromessa anche dal fatto che presso gli uffici giudiziari di Napoli Nord si sono avuti 3 casi positivi di Covid-19: due in tribunale e uno in procura. Questo ha comportato la necessita’ di provvedere alle sanificazioni di tutto il palazzo di giustizia e sia il presidio della Procura che del Tribunale si è dovuto appoggiare presso i locali dei giudici di pace“, continua.
Attenzione alla violenza di genere
Anche i magistrati lavorano in smart working e con turni di presidio, soprattutto quelli che lavorano per i reati del cosiddetto Codice Rosso. “E’ quello più attenzionato da noi in questo momento – spiega Greco – non abbassiamo mai la guardia perché questo è un reato che in queste situazioni di convivenza forzata può avere risvolti negativi e quindi bisogna tenere sotto controllo. L’attività investigativa continua, ma entro certi limiti perché la polizia giudiziaria essendo impegnata sui controlli non si può dedicare anche alle indagini. Però quelle importanti stanno proseguendo”.
I reati
“Sono diminuiti tantissimo i furti in appartamento – elenca il procuratore, passando in rassegna i reati di cui ci si occupa in questo periodo – mentre si sono verificati molti furti notturni in quelle attività rimaste ancora aperte, come tabaccherie e negozi di alimentari. Ovviamente, sono agevolati dal fatto che di notte ci sono meno persone in giro”. Non è diminuito, invece, lo spaccio di stupefacenti “ma è diventato per i pusher più difficoltoso perché sulle strade ci sono più controlli. Percepiamo che c’è stata una diversa organizzazione da parte loro, con consegne a domicilio”.
Difficoltà nei tribunali
In sofferenza anche l’attività dei gip, “perché anche il tribunale ha fatto il presidio, per cui i gip ricevono solo gli atti urgenti, le convalide di arresto, i fermi, i sequestri. Se uno intende mandare loro una richiesta di misura cautelare, che ora i magistrati hanno il tempo di scrivere, per inoltrarla ha necessità di una situazione di urgenza“. A Napoli Nord è stato attuato protocollo anche per le udienze da remoto che partiranno la prossima settimana.
L’utilizzo del remoto
“Ci sarà la convalida degli arresti con collegamento dalle carceri – aggiunge Greco – per le direttissime, invece, abbiamo individuato dei siti con le forze dell’ordine dove verranno concentrati gli arrestati che dalle caserme stesse presenzieranno alla loro direttissima, quindi evitando la presenza in tribunale”. Per arrivare a mettere in piedi questo protocollo, sono state incentivate tutte le innovazioni tecnologiche, sistemi di video conferenza “e anche le possibilità per il nostro personale di accedere ai registri informatici da casa. Analogo sistema abbiamo adottato per gli affari civili”.
Il dopo virus
Se da un lato è stato messo in piedi un grande sistema per gestire le urgenze, dall’altra il procuratore Greco mostra grande perplessità per quello che sarà il dopo Covid. “La nostra preoccupazione – esplicita- è come gestire il dopo. Sarà drammatico, ci sarà da recuperare molto. La stessa polizia giudiziaria prende le denunce, ma non le manda subito perché anche loro hanno attività ridotte. Oggi gran parte del mio tempo, dei procuratori aggiunti e dei presidenti di sezione, è destinato alla gestione dell’emergenza”.