La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un provvedimento di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emesso dal gip del Tribunale di Palermo, nei confronti di Marcello Asciutto, 58enne, funzionario della Regione Siciliana. L’uomo, riporta Ansa, accusato di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.
L’indagine sul funzionario
L’attività di indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Palermo, ha accertato che il pubblico ufficiale, in cambio di informazioni sullo stato di alcune pratiche amministrative, della predisposizione di provvedimenti autorizzativi e del rilascio di pareri favorevoli illegittimi, avrebbe incassato 30mila euro in “mazzette”.
Il passaggio di denaro sarebbe avvenuto tramite Giacomo Causarano, dipendente dell’Assessorato Regionale dell’Energia e dei Servizi Di Pubblica Utilità della Regione Siciliana già indagato e processato.
Il caso Aratra
I progetti che il funzionario avrebbe “spinto” erano relativi alla costruzione e all’esercizio degli impianti di biotemetano di Franconfonte (in provincia di Siracusa) e Calatafimi – Segesta (a Trapani), proposti dalla cordata imprenditoriale guidata da Francesco Paolo Arata, ex consulente della Lega, già arrestato e processato per corruzione nel giugno del 2019, e Vito Nicastri, imprenditore condannato per aver finanziato la latitanza del boss Matteo Messina Denaro.
Il ruolo di Nicastri
Nel 2015 la Dia ha confiscato a Vito Nicastri beni per 1,3 miliardi di euro. Nel 2018 l’imprenditore, che ha fatto una fortuna investendo nelle energie alternative, fu arrestato per aver finanziato la latitanza di Matteo Messina Denaro e per questo fu condannato in primo grado a 9 anni di reclusione con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.