Continua a salire il bilancio dei nuovi casi di coronavirus, che nel mondo si appresta a toccare il traguardo del milione di vittime. Cresce l’allarme in Europa, in particolare in Francia dove il 32% dei focolai si registra in scuole e università.
In Italia nelle ultime 24 ore i contagi sono rimasti pressoché stabili, a quota 1.766, ma con circa 20mila tamponi in meno. E si moltiplicano i piccoli lockdown locali, mentre in Campania De Luca rende obbligatorio il tampone per chi sbarca nell’aeroporto napoletano di Capodichino. Il viceministro Sileri rassicura: “Non dobbiamo avere paura perché siamo pronti.”
L’India ha superato il traguardo dei sei milioni di casi di coronavirus
Lo comunica il ministero della Salute del Paese. La pandemia sta infuriando in tutta la vasta nazione dell’Asia meridionale: con 6,1 milioni di infezioni, l’India è in procinto di superare gli Stati Uniti in vetta alla triste classifica dei contagi. Finora nel Paese sono morte quasi 100mila persone.
Tunisia, 936 nuovi casi e 7 morti in 24 ore
Continua il forte aumento di casi giornalieri di coronavirus in Tunisia. Qui in 24 ore (secondo i dati riferiti al 26 settembre) sono stati registrati altri 936 contagi, che portano il totale delle infezioni confermate nel Paese nordafricano a quota 16.114. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Tunisi in un comunicato, precisando che il bilancio dei decessi è salito a 214, di cui 7 in 24 ore. 11.082 persone risultano ancora positive, di cui 292 in ospedale, 76 in rianimazione e 36 in respirazione assistita. I tamponi effettuati da inizio epidemia sono 225.033.
Secondo il ministro della Sanità Faouzi Mehdi, un lockdown generale potrebbe essere dichiarato nelle 17 delegazioni del Paese in cui si contano oltre 250 contagi per ogni 100.000 abitanti. Dal 28 settembre l’Italia è inserita nella categoria arancione, per cui per chi arriva dall’Italia in Tunisia, oltre all’obbligo della presentazione del test Rt-Pcr negativo, è previsto l’obbligo di auto isolamento domiciliare per sette giorni.
Coronavirus ed economia
La pandemia del coronavirus continua a incidere sul settore delle quattro ruote a livello globale, con sempre più case automobilistiche costrette a ridimensionare il proprio organico in assenza di segnali di una ripartenza.
Tra queste la giapponese Mitsubishi Motors, che secondo fonti citate dall’agenzia Kyodo è pronta ad annunciare tra i 500 e i 600 prepensionamenti a partire da metà novembre. La decisione è la conseguenza del piano aziendale discusso a metà luglio, determinato a ridurre la forza lavoro di oltre il 20%, e che riguarda posizioni manageriali nella sede principale di Tokyo, così come negli stabilimenti di Aichi e Okayama, nel Giappone centro occidentale.
Cala la produzione automobilistica
L’azienda nipponica, parte dell’alleanza con la Nissan e la francese Renault, ha circa 14.000 dipendenti. Ha registrato una flessione del 69% della produzione domestica nel mese di luglio. Per l’intero anno fiscale la casa auto prevede una perdita netta di 360 miliardi di yen, pari a 2,9 miliardi di euro. In base al piano di riorganizzazione definito all’interno dell’alleanza, per migliorare la redditività la Mitsubishi intende spostare maggiori risorse sul mercato del Sudest asiatico. Inoltre ha interrotto la produzione del modello Pajero, e terminare il progetto del primo veicolo elettrico prodotto in serie, i-MiEV.