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Coronavirus, Conte: “Il decreto legge è per tutelare la salute degli italiani”

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Abbiamo adottato un decreto legge con misure per il contenimento e la gestione dell'emergenza epidemiologica. Lo scopo è tutelare il bene della salute degli italiani“, ha detto il premier Conte al termine della riunione del Consiglio dei Ministri nella sede della Protezione civile. “Nel decreto del governo ci sono misure di contenimento, interveniamo dove già erano state adottate misure dal ministro Speranza e dai Governatori Zaia e Fontana, con ulteriori misure di contenimento per impedire l'allontanamento da aree del focolaio come il lodigiano, con dieci comuni, e Vo Euganeo in Veneto”, ha continuato il premier Conte. Un secondo devreto, invece, con misure economiche per le aree interessate dall'emergenza, dovrebbe invece essere portato in Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni. “Il bene della salute degli italiani è quello che ci sta più a cuore, è quello che nella gerarchia dei valori costituzionali è al primo posto. La salute è al primo posto in una ideale gerarchia di valori”, ha detto il premier Conte sottolineando che il decreto legge consentirà di intervenire per impedire l'allontanamento dal comune o dall'area interessata da parte di tutti gli individui comunque presenti nel comune o nell'area. “Servono misure impositive ai fini del contenimento del contagio, il dibattito politico ci solleciterà con domande sulle scele prese – ha concluso il premier Conte – ma le nostre decisioni sono fatte sulla base di considerazioni del comitato tecnico scientifico che ci offre le basi per queste scelte politiche con l'obiettivo della salute del cittadino, per innalzare la soglia di tutela e per garantire meglio la comunità”. 

I contagi in Italia

Intanto, secondo quanto riportato dalla piattaforma worldmeters.info/coronavirus/ i contagi in Italia sono saliti a 67, facendo così guadagnare all'Italia il primo posto in Europa per numero di contagi di coronavirus. “In questo momento ci siamo chiesti, ed anch'io mi sono chiesto come mai ci sono stati così tanti casi scoperti tutti d'un tratto. Da noi c'è sempre stata una linea massima di preoccupazione e siamo tra i Paesi che hanno adottato le misure più garantiste ed efficaci di sicurezza. Sono rigorosi controlli che nascondono un lavoro certosino, puntiglioso e meticoloso. E questo rigore ci permette di svelare i casi di contagi con accuratezza“, ha detto il premier Conte al termine del Consiglio dei Ministri straordinario. 

Negativo il caso in Umbria

Nel frattempo, dall'Umbria arriva una buona notizia. Infatti, il primo test per il coronavirus eseguito su una donna – inizialmente considerato come caso sospetto – ha dato esito negativo. L'esame sarà ripetuto nei prossimi giorni, ma il risultato ha escluso il rischio di contagio. La direzione Sanità della Regione Umbria ha quindi comunicto che “l'esito del primo test sul paziente non umbro, che era ospite in una struttura ricettiva della regione, è negatico. Come da protocollo – si legge nella nota emessa dalla Regione – sarà effettuato un secondo test“. La donna si trova ricoverata, in isolamento, in ospedale in un reparto di degenza ordinaria con “sintomi respiratori“, ma le sue condizioni non destano preoccupazioni

Aumentano i casi in Veneto

Si aggrava, invece, la situazione in Veneto. Infati, fonti della Regione citate dall'Ansa, hanno comunicato che i casi di contagio da coronavirus sono saliti a 16. In particolare, a Vò Euganeo si contano 12 casi, tra cui la persona deceduta ieri, e a Mirano si contano 4 casi, di cui tre sono operatori sanitari dell'ospedale. 

Tutti negativi i test effettuati a Siena

Intanto, si è appreso che i 17 test effettuati oggi dalla Uoc microbiologia e virologia dell'Azienda ospedaliera universitaria di Siena per casi sospetti di coronavirus, hanno avuto tutti esito negativo. Lo rende noto la stessa Aou rilevando che il numero dei test “è in aumento rispetto ai giorni scorsi” ed è comprensivo “di tutta l'area vasta sudest, quindi per Siena, Arezzo e Grosseto”. “Ringraziamo tutto il personale del pronto soccorso e tutti i professionisti coinvolti nel percorso dedicato al coronavirus, con infettivologi, radiologi, biologi, immunologi, internisti, pneumologi, farmacisti, infermieri e operatori sanitari – spiega Roberto Gusinu, direttore sanitario dell'Aou – che hanno vissuto una giornata di sovraesposizione legate alla paura del contagio. In tutti i casi il personale ha fatto il massimo per rassicurare i cittadini e dare sempre supporto psicologico e una pronta risposta diagnostica”. 

 

Manuela Petrini: