“La Conferenza episcopale italiana si unisce nella preghiera al Papa emerito Benedetto XVI per la scomparsa del fratello Georg. La passione per la Verità che ora contempla attenua il momentaneo distacco terreno– sottolinea la Cei-. La speranza in Colui che è la risurrezione e la vita ci aiutino a colmare il vuoto che lascia. Il Dio di Misericordia non farà mancare consolazione a quanti sono nel dolore e nella tristezza. La fede nel Signore risorto non ci lascia nella solitudine e nell’abbandono ma ci assicura la prossimità di tanti fratelli e sorelle che ci sostengono nell’attraversare i passaggi più dolorosi della vita”.
Fede condivisa
Quando si trovò per la prima volta in piazza San Pietro con il fratello Georg, Joseph Ratzinger non esultò per il fatto di trovarsi finalmente nel centro della cristianità. “Noi Ratzinger non siamo così emotivi“, ricorderà il Papa emerito. “Non che non fosse impressionante, beninteso. Questo fascino, tuttavia, si espresse più a livello intellettuale, interiore, senza, per così dire, farci prorompere in grida di giubilo“. Anche Georg ricordò nitidamente i dettagli di quella esperienza nel suo libro “Mio fratello, il Papa”, rammentando, tra l’altro, che per arrivare nella città eterna viaggiarono sul Rapidissimo, un treno ritenuto molto veloce, mentre in realtà non lo era affatto, visto che si fermava a ogni stazione. “Visitammo le chiese più famose, la basilica di San Pietro e Santa Maria Maggiore, in composta ammirazione e silenzio”, spiegò Georg Ratzinger.
Georg
Benedetto XVI e l’inseparabile fratello don Georg al quale faceva da traduttore nelle lunghe passeggiate a Castel Gandolfo. Don Pietro Diletti, è stato parroco di Castel Gandolfo negli anni in cui Ratzinger in estate andava a Castel Gandolfo nella Villa Pontificia. Tanti gli aneddoti sui due fratelli Ratzinger. “Giornate indimenticabili- rievoca all’Adnkronos don Pietro-. Papa Ratzinger è venuto a Castel Gandolfo anche da emerito, fino al 2013, e con lui arrivava sempre l’inseparabile fratello: mi colpiva ogni volta il bene che si volevano quei due fratelli”. Georg Ratzinger non parlava italiano ma nelle lunghe passeggiate estive c’era il fratello Joseph che traduceva le conversazioni. “Una volta Benedetto XVI mi fece parlare per un tempo infinito e io gli dissi che come don Bosco avevo chiesto il dono della parola. E lui con quel sorriso sornione disse: ‘Sì si vede, il Signore glielo ha concesso‘. Pronta la traduzione per il fratello che si mise a ridere insieme a noi”, racconta il sacerdote. “Un uomo buono il fratello di Benedetto, anche dolce- ricorda don Pietro-. Rimasi molto male quando cercarono di metterlo in mezzo con quella storia sugli abusi. Non l’ho mai creduta. Mal si conciliava con la natura mite di don Georg“.