“Il tema della decarbonizzazione – che oggi rappresenta l’argomento principale della conferenza Onu sul clima Cop27 di Sharm el-Sheikh – è certamente cruciale per l’ambiente e l’uomo. Sull’argomento, Legambiente ha prodotto diversi lavori, come il decarbonizzare le costruzioni o il nostro messaggio ai grandi della terra riuniti in Egitto. Noi di Legambiente restiamo in attesa di scelte coraggiose dalla COP27″. Così a Interris.it il dottor STEFANO CIAFANI, presidente nazionale di LEGAMBIENTE dal 2018.
Ingegnere ambientale, Ciafani ha iniziato la sua storia in Legambiente nel 1998 grazie al servizio civile. Dal 2006 al 2011 ne è stato il responsabile scientifico, vicepresidente dal 2011 al 2015, direttore generale dal 2015 al 2018. Oggi, è presidente nazionale.
#COP27 in Egitto
Indispensabile arrivare a un accordo ambizioso e giusto per mantenere vivo l’obiettivo di 1.5°C e aiutare i paesi più vulnerabili a fronteggiare l’emergenza climatica. Fondamentale il ruolo dell’Europa con il pieno sostegno dell’Italiahttps://t.co/1QNC8o3JHM— Legambiente Onlus (@Legambiente) November 7, 2022
L’intervista a Stefano Ciafani (Legambiente)
Quali risposte attendere dalla COP27?
“Dopo tutte le difficoltà di questi anni (la pandemia, la guerra in Ucraina, il caro energia e la conseguente inflazione) è necessario tornare a decidere in maniera coraggiosa sulle tre questioni fondamentali:
1- Rafforzare l’accordo di Parigi del 2015 per stare sotto il grado e mezzo centigrado di innalzamento della temperatura media terrestre rispetto all’era preindustriale.
2 – Prevedere le risorse necessarie per il trasferimento tecnologico nei Paesi in via di sviluppo ed economie emergenti (Africa e Asia in primis).
3 – Stanziare le risorse per quei Paesi che già oggi subiscono i danni dell’emergenza climatica. Amazzonia, Sahel, Africa occidentale, Indonesia e Asia centro-orientale sono le aree del mondo più interessate dal cambiamento climatico. Sono i cosiddetti hotspot del riscaldamento climatico. Ma anche il Mediterraneo è coinvolto”.
Oggi arriva il presidente Biden alla COP27. Farà la differenza?
“La presenza degli Stati Uniti alla COP27 è certamente importante e mai banale. E’ un segnale politico importante della volontà degli Stati Uniti di cambiare e impegnarsi contro l’emergenza climatica. Il problema è un altro…”
Quale?
“L’assenza dei Presidenti di Cina e India, i Paesi attualmente tra i più inquinanti al mondo. Il Pianeta non si salva se Europa, Stati Uniti, Cina ed India non vanno nella stessa direzione. L’Europa è il continente che ‘tira la volata’. Gli Stati Uniti con Biden stanno cambiando le politiche ecologiche rispetto alla presidenza Trump, e questo è molto positivo. Ma è centrale che Cina e India si convincano che attendere il 2060 o il 2070 per decarbonizzare le loro economie è troppo tardi. Rischiamo che a quel punto l’innalzamento del livello del mare abbia già sommerso una parte non trascurabile delle aree costiere mondiali. Comprese le loro”.