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Blitz al Congresso, il Papa prega per le vittime: “La violenza è autodistruttiva”

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“Rivolgo un affettuoso saluto al popolo degli Stati Uniti d’America, scosso dal recente assedio al Congresso. Prego per coloro che hanno perso la vita – cinque –, l’hanno persa in quei drammatici momenti”. E’ un saluto commosso quello che Papa Francesco, al termine della preghiera dell’Angelus, rivolge alle famiglie di coloro che hanno perso la vita nel corso dell’assalto al Congresso americano. “Ribadisco – ha detto il Santo Padre – che la violenza è autodistruttiva sempre. Nulla si guadagna con la violenza e tanto si perde. Esorto le Autorità dello Stato e l’intera popolazione a mantenere un alto senso di responsabilità, al fine di rasserenare gli animi, promuovere la riconciliazione nazionale e tutelare i valori democratici radicati nella società americana”.

Sulle rive del Giordano

Un Angelus, quello di Papa Francesco, che verte sull’episodio evangelico di Gesù, adulto, sulle rive del Giordano. “La Liturgia ci fa compiere un salto di circa trent’anni, trent’anni di cui sappiamo una cosa: furono anni di vita nascosta, che Gesù trascorse in famiglia… obbedendo ai genitori, studiando e lavorando”. Colpisce, ha ricordato il Pontefice, “che la maggior parte del tempo sulla Terra il Signore lo abbia passato così, vivendo la vita di tutti i giorni, senza apparire. Pensiamo che, secondo i Vangeli, sono stati tre gli anni di prediche, di miracoli e tante cose”. Un bel messaggio, lo definisce il Papa: “Ci svela la grandezza del quotidiano, l’importanza agli occhi di Dio di ogni gesto e momento della vita, anche il più semplice, anche il più nascosto”.

Gesù, il gesto del battesimo

La vita pubblica di Gesù inizia dal suo battesimo nel Giordano: “Il battesimo di Giovanni consisteva in un rito penitenziale, era segno della volontà di convertirsi, di essere migliori, chiedendo perdono dei propri peccati. Gesù non ne aveva certo bisogno. Infatti Giovanni Battista cerca di opporsi, ma Gesù insiste. Perché? Perché vuole stare con i peccatori: per questo si mette in coda con loro e compie il loro stesso gesto. Lo fa con l’atteggiamento del popolo, con l’atteggiamento loro… L’anima nuda, cioè senza coprire niente, così, peccatore. Questo è il gesto che fa Gesù”.

Battesimo, quindi “immersione”. E così, in quello che Papa Francesco definisce “il primo giorno del suo ministero”, Gesù “ci offre così il suo ‘manifesto programmatico’. Ci dice che Lui non ci salva dall’alto, con una decisione sovrana o un atto di forza, un decreto, no: Lui ci salva venendoci incontro e prendendo su di sé i nostri peccati. Ecco come Dio vince il male del mondo: abbassandosi, facendosene carico”. E questo “è anche il modo in cui noi possiamo risollevare gli altri: non giudicando, non intimando che cosa fare, ma facendoci vicini, con-patendo, condividendo l’amore di Dio”.

La salvezza è gratuita

In quel momento, o meglio, dopo quel momento “accade una cosa straordinaria: i cieli si aprono e si svela finalmente la Trinità. Lo Spirito Santo scende in forma di colomba e il Padre dice a Gesù: ‘Tu sei il Figlio mio, l’amato’. Dio si manifesta quando appare la misericordia. Non dimenticare questo: Dio si manifesta quando appare la misericordia, perché quello è il suo volto. Gesù si fa servo dei peccatori e viene proclamato Figlio; si abbassa su di noi e lo Spirito scende su di Lui. Amore chiama amore”.

La nostra vita è quindi segnata dalla misericordia: “Siamo stati salvati gratuitamente. La salvezza è gratis. È il gesto gratuito di misericordia di Dio nei nostri confronti. Sacramentalmente questo si fa il giorno del nostro Battesimo; ma anche coloro che non sono battezzati ricevono la misericordia di Dio sempre, perché Dio è lì, aspetta, aspetta che si aprano le porte dei cuori. Si avvicina, mi permetto di dire, ci carezza con la sua misericordia”.

Damiano Mattana: