Il Misery Index – la valutazione macroeconomica stilata dalla Confederazione Generale Italiana delle Imprese, delle Attività Professionali e del Lavoro Autonomo, Confcommercio – scende di appena un decimo di punto rispetto a novembre, con la disoccupazione estesa al 16,8% e la variazione dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto a -0,3%.
Nel dicembre scorso il Misery Index Confcommercio ha toccato quota 21,0 punti, un decimo di punto in meno rispetto al mese precedente. Questa sostanziale stabilità, fa notare l’Ufficio Studi Confcommercio, “è frutto di un congelamento delle relazioni economiche”.
Il Misery Index
Una parte della popolazione italiana, potenzialmente attiva – si legge nel Misery Index – ha infatti cessato da alcuni mesi di cercare un lavoro. Ciò le impedisce dunque di rientrare nella definizione allargata di disoccupati, contribuendo così al contenimento della “disoccupazione estesa”, una delle due variabili attraverso le quali è calcolato l’indice.
Se nei prossimi mesi, come è prevedibile e auspicabile, una parte di queste persone inizierà ad essere più attiva, si andrà a sommare a quanti potrebbero perdere l’occupazione, con un deciso peggioramento dell’indicatore.
A dicembre la disoccupazione estesa è stata pari al 16,8% (era 16,9% a novembre), mentre i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno registrato un calo dello 0,3% su base annua, la medesima percentuale fatta registrare nel mese precedente