Attualità

Colloquio tra i ministri degli Esteri di Armenia e Azerbaigian sul trattato di pace

I ministri degli Esteri di Armenia e Azerbaigian, Ararat Mirzoyan e Jeyhun Bayramov, hanno discusso del trattato di pace tra i due Paesi nel corso di una conversazione telefonica alla quale ha partecipato anche il Segretario di Stato americano Antony Blinken: lo ha reso noto il ministero degli Esteri armeno, secondo quanto riporta la Tass.

“Nel corso della conversazione, gli interlocutori hanno scambiato opinioni sullo sviluppo del trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian e sulla creazione di un meccanismo di discussione tra Stepanakert e Baku”, ha dichiarato il ministero in un comunicato. “Le parti hanno concordato di continuare le discussioni volte a creare stabilità e sicurezza nel Caucaso meridionale”, ha aggiunto.

Durante il colloquio Blinken “ha espresso il nostro apprezzamento per i passi positivi che l’Armenia e l’Azerbaigian stanno compiendo verso il raggiungimento di un accordo di pace sostenibile”, ha reso noto in un comunicato il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Ned Price.

Blinken ha inoltre “accolto con favore l’incontro tra i ministri del due ottobre come un importante passo avanti nel processo di pace”, riporta la Tass. Il Segretario di Stato Usa ha poi “elogiato il rilascio dei prigionieri di guerra e ha ribadito il nostro impegno ad aiutare l’Armenia e l’Azerbaigian a risolvere le questioni in modo pacifico, sottolineando che la diplomazia è l’unica via da seguire”, si legge nella nota.

La seconda guerra del Nagorno-Karabakh

La guerra del Nagorno Karabakh ha visto una prima ripresa nel 2020 sempre per il controllo della regione caucasica del Nagorno Karabakh. Le prime attività belliche ebbero inizio la mattina del 27 settembre 2020 lungo la linea di contatto dell’Artsakh.

In risposta agli attacchi, l’autoproclamata Repubblica dell’Artsakh e l’Armenia introdussero la legge marziale e la mobilitazione generale, mentre l’Azerbaigian solamente la legge marziale e il coprifuoco.

Dopo quarantaquattro giorni di aspri combattimenti, la sera del 9 novembre i rappresentanti dell’Armenia e dell’Azerbaigian, tramite la mediazione del presidente russo Vladimir Putin, firmarono un cessate il fuoco per consentire lo scambio di prigionieri e quello dei caduti, valido dalle 00:00 ora di Mosca (le 01:00 ore locali) del 10 novembre 2020, quarantacinquesimo giorno di guerra.

Con il cessate il fuoco, l’Azerbaigian consolida la propria posizione nei territori riconquistati e ottiene alcune zone dell’Artsakh. La Russia si pone quale paese mediatore e manda 1960 militari, 90 mezzi corazzati da trasporto, 380 veicoli e materiali speciali della 15ª Brigata di fanteria motorizzata in qualità di forza per il mantenimento della pace agli ordini del tenente generale Rustam Muradov (di etnia azera).

L’accordo prevede la presenza militare russa nella regione per cinque anni, più ulteriori cinque se nessuna delle parti comunicherà sei mesi prima della scadenza la propria contrarietà. L’Armenia è obbligata a ritirare le truppe da alcune regioni del Nagorno Karabakh.

Milena Castigli

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