Cutto ci si aspettava dai caucus dell'Iowa, tranne che gli scrutatori dovessero contare a mano i risultati. La debacle del sistema di calcolo ha provocato sconquasso fra i democratici e lo scherno dei repubblicani (che ebbero però un problema simile all'epoca della sfida Romney-Obama), trasformando Des Moines nel fulcro di una nottata trasformata da palcoscenico delle primarie in una pista da circo. Una situazione che, a ogni modo, non scoraggia Bernie Sanders, che canta vittoria auto-proclamatosi vincitore dei caucus in Iowa (Usa), le “primarie dem” fatte per scegliere i candidati alla presidenza degli Stati Uniti che, proprio da questo Stato americano con soli 3 milioni di abitanti, aprono ufficialmente il cammino verso le elezioni del prossimo novembre. La campagna di Bernie Sanders ha diffuso i suoi risultati interni, corrispondenti a circa il 40% dei caucus totali in Iowa, dai quali emerge che il senatore del Vermont è primo nel conteggio finale con il 29,66%, seguito da Pete Buttigieg (che però dichiara pure lui vittoria) col 24,59%. Terza la senatrice Elizabeth Warren col 21,24%. Joe Biden quarto col 12,37%, mentre la senatrice Amy Klobuchar è al 11%. Sotto l'1% gli altri candidati. I caucus erano stati aperti alle 19 locali, le 2 del mattino in Italia, e chiusi intorno alle 21:30, le 4:30 in Italia. In palio nell'Iowa ci sono 41 delegati, meno del 2% del totale necessario per aggiudicarsi la nomination democratica. Perché l'Iowa è così importante per le primarie? Il piccolo stato nordamericano, oltre a dare il via alle primarie, sta ricoprendo il ruolo di “premonitore”: da decenni, infatti, chi vince in Iowa poi corre per la Casa Bianca.
Problemi nello spoglio
“Abbiamo rilevato delle incongruenze”. E' questa la spiegazione data dal partito dell'Asinello (i Democratici), per spiegare il clamoroso ritardo nella diffusione dei risultati e la (momentanea) mancata ufficializzazione del vincitore. Ritardo dovuto sembra al malfunzionamento della app utilizzata per il conteggio delle preferenze. “L'integrità dei risultati è di primaria importanza. Ci sono stati dei ritardi per controlli sulla qualità”, è stato precisato dalla regia dem. Intanto, lo spoglio dei voti si fa a mano. Pur nella totale incertezza del verdetto, il dem Pete Buttigieg ha rivendicato il trionfo. “Andremo nel New Hampshire vittoriosi”, ha twittato, ma Sanders ha poi rivendicato la propria, di vittoria, con ben 5 punti percentuali in più. “Stanotte è l'inizio della fine di Donald Trump, il presidente più pericoloso della storia Usa, un presidente corrotto, un bugiardo patologico”, ha dichiarato il senatore del Vermont. Per la conferma del vincitore, sarà necessario attendere l'ufficilità dei risultati.
La risposta repubblicana
I repubblicani non sono rimasti a guardare, rigirando il coltello nella piaga a causa dei ritardi. “Grande vittoria per noi nell'Iowa questa sera. Grazie!”, è stato il commento ironico del presidente Donald Trump, che non ha ovviamente partecipato alla competizione dem. Poco dopo, il manager della sua campagna per la rielezione, Brad Parscale, ha rincarato la dose: “I democratici si stanno cuocendo nel caos dei caucus che loro stessi hanno creato con il peggior disastro della storia… e questa gente vorrebbe gestire il nostro intero sistema sanitario?”. Il manager ha dimenticato, forse, che anche i repubblicani in passato hanno avuto dei problemi nell'Iowa: nel 2012 ai caucus venne dichiarato vincitore Mitt Romney, per otto voti. Due settimane dopo la vittoria venne attribuita a Rick Santorum con un margine di 34 preferenze. Problema poi risolto dai risultati finali: quelle elezioni videro la vittoria di Barack Obama, Presidente uscente sostenuto dal Partito Democratico, proprio sull'avversario Mitt Romney, sostenuto dal Partito Repubblicano.