Fari puntati sul caso Regeni. Ci sono ragioni commerciali e geopolitiche che l’Italia antepone alla ricerca dalla verità sul ricercatore ucciso in Egitto? Un interrogativo ancora senza risposta. “Questa commessa non è solo un affare commerciale, dietro la fornitura di armamenti c’è un reciproco affidamento di carattere politico e geopolitico che può essere d’aiuto alla ricerca di verità su Giulio Regeni”, getta acqua sul fuoco Carmelo Miceli, responsabile nazionale Pd per le politiche della sicurezza. Ma è bufera per la vendita di navi all’Egitto.
Vulgata
Il caso del ricercatore italiano ucciso in Egitto si incrocia con un affare commerciale che sta infiammando il dibattito politico. “E’ inaccettabile la vulgata che vuole che con questa commessa si paga il silenzio su Regeni, considerare questo rapporto commerciale con Egitto come una mancetta per l’acquisto del silenzio è scorretta- afferma Miceli a Radio24 “In questo momento non possiamo perdere un posizionamento geopolitico in Egitto, l’Italia ha perduto il suo ruolo di riferimento in Tripolitania a vantaggio della Turchia e la nostra relazione con l’Egitto può essere il viatico per una ricollocazione dell’Italia tra i Paesi che contano in ottica pacifista”. Miceli si associa al “coro di chi pretende verità e collaborazione dall’Egitto su Regeni e sulla vicenda Zaki”.