Secondo i dati del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria aggiornati al 30 giugno 2022, sono 54.841 le persone detenute negli istituti di pena, a fronte di una capienza regolamentare di 50.900 posti, con un tasso di sovraffollamento ufficiale del 107,7%. E’ il quadro delineato da Antigone nel suo rapporto di metà anno sulla situazione nelle carceri intitolato “La calda estate delle carceri”, presentato oggi.
Il rapporto Antigone “La calda estate delle carceri”
Il dato, secondo l’associazione Antigone, è più alto. Dopo aver analizzato le schede degli istituti penitenziari italiani, pubblicate dal ministero della Giustizia, nel suo rapporto sulle condizioni di detenzione, Antigone spiega che sul territorio nazionale ci sono al momento 3.665 posti non disponibili. La capienza effettiva dunque scende a 47.235 posti e il sovraffollamento effettivo sale al 112%.
Inoltre, 25 istituti presentano un tasso di affollamento reale superiore al 150%, con picchi di oltre il 190%. Oltre a questi casi limite, sono 49 gli istituti penitenziari il cui tasso di affollamento reale è attestato tra il 100 e il 120%, 56 quelli nella fascia 120-150%.
Tra i casi più critici, segnalati dall’associazione gli istituti di Latina, con un tasso di affollamento reale del 194,5%; Milano San Vittore, che con 255 posti non disponibili ha un tasso di affollamento del 190,1%; Busto Arsizio al 174,7%.
A livello regionale il tasso più alto si riscontra in Lombardia (148,9%), che è anche la regione con più detenuti, 7.962, seguita da Campania (6.726), Sicilia (5.955), Lazio (5.667) e Piemonte (4.015). Secondo i dati del Consiglio d’Europa, l’Italia è seconda solo a: Romania, Grecia, Cipro e Belgio, mentre la media Ue è del 92%.
Antigone, ‘il grande caldo in carcere, niente frigo e docce’
“Il caldo che ha colpito il nostro paese (e non solo) non poteva non avere ripercussioni anche sulle carceri. In carcere non esiste l’aria condizionata, le finestre spesso sono schermate e non consentono un adeguato passaggio di aria, in molti istituti le docce non sono nelle celle, in alcuni manca addirittura l’acqua in alcune ore della giornata. Il sovraffollamento fa il resto”, scrive Antigone sul proprio sito.
“Dalle nostre osservazioni – spiega il presidente dell’associazione Patrizio Gonnella, durante la presentazione online del rapporto – è emerso che sono troppi i luoghi dove non si respira, si vive male. Sono condizioni durissime di vita per i detenuti e per coloro che lavorano all’interno delle carceri”.
In alcuni istituti penitenziari l’acqua viene razionata, come ad Augusta. Quello di Santa Maria, invece, presenta un grave problema strutturale, spiega Antigone: manca ancora l’allaccio alla rete idrica comunale, che si prevede venga completato in autunno. L’acqua erogata viene dai pozzi artesiani e ai detenuti vengono forniti 4 litri di acqua potabile al giorno.
Per combattere il gran caldo il Dap con una recente circolare ha autorizzato l’acquisto dei ventilatori, ma gli osservatori di Antigone ne hanno trovati in ancora troppo pochi istituti. Nell’elenco di carenze stilato dall’associazione, il frigorifero in cella, rarissimo.
Dalla visite effettuate, è emerso che in quasi un terzo degli istituti non sono garantiti i 3 metri quadri di spazio calpestabile per persona, nel 58% delle celle non c’è la doccia (anche se sono previste da regolamento dal 2005), e nel 44,4% degli istituti ci sono celle con schermature alle finestre che impediscono il passaggio d’aria.
Antigone: 35% detenuti per droga
La percentuale di persone detenute per violazione della legge in materia di stupefacenti è del 34,8% sul totale: si tratta di un dato doppio rispetto alla media europea, del 18%, e molto al di sopra della media mondiale del 21,6%.
Secondo gli ultimi dati disponibili, di fine dello scorso anno, 15.244 detenuti sono tossicodipendenti (28,1% del totale). La maggior parte della popolazione carceraria è detenuta per reati contro il patrimonio (31.385) seguiti da quelli contro la persona (23.815), e da quelli per violazione della legge sugli stupefacenti (19.056). “Intervenendo sulla legge sulle droghe si ridurrebbe di tanto la popolazione detenuta”, scrive Antigone.
Trentanove suicidi in carcere
Sono stati 39 i suicidi in carcere da inizio anno. La fascia d’età è quella giovanile: 20-30 anni, sono 14 i morti idi questa età. I suicidi sono avvenuti tra persone appena entrate o prossime all’uscita in carcere. Solo nel penitenziario di Pavia, negli ultimi mesi ci sono stati 5 suicidi. In Italia ci si toglie la vita in carcere 16 volte di più rispetto alla società esterna.
Incidenza psichiatrica allarmante
“Molti dei suicidi avevano problemi psichiatrici. L’incidenza del disagio psichico tra i detenuti è altissima: i numeri sono preoccupanti. Il 13% ha una diagnosi psichiatrica grave. Secondo la Toscana, il 35,5% dei detenuti ha una patologia psichiatrica. Il supporto medico è inadeguato.
Nel 2021-2022 sono state regolate 20 ore a settimana per il disagio psichiatrico e 10 ore a settimana per quello psicologico ogni 100 detenuti. Il 28% dei detenuti prende psicofarmaci. I suicidi sono le spie di allarme più importante, ma il disagio è evidente”, dice Alessio Scandurra di Antigone.