“Il dolore e lo sgomento di quei giorni divennero l’occasione per reagire alla mafia. A quella ferocia la nostra democrazia di oppose con gli strumenti dello Stato di Diritto. Anche la società civile si ribellò e contribuì con le istituzioni alla stagione del rinnovamento. Questo, la mafia non l’aveva previsto”. Sono le prime parole del Presidente Sergio Mattarella a Palermo per il trentennale della strage di Capaci. “Lo Stato può sconfiggere la mafia con la forza del Diritto”.
Mattarella: “Onorare oggi la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”
“Onorare oggi la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vuol dire rinnovare quell’impegno, riproponendone il coraggio e la determinazione. L’impegno contro la criminalità non consente pause né distrazioni. Giovanni Falcone diceva che ‘l’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza’. Agiva non in spregio del pericolo o alla ricerca di forme ostentate di eroismo bensì nella consapevolezza che l’unico percorso possibile fosse quello che offre il tenace perseguimento della legalità, attraverso cui si realizza il riscatto morale della società civile”.
“La fermezza dell’operato di Giovanni Falcone nasceva dalla radicata convinzione che non vi fossero alternative al rispetto della legge, a qualunque costo, anche a quello della vita. Con la consapevolezza che in gioco fosse la dignità delle funzioni rivestite e la propria dignità. Coltivava il coraggio contro la viltà, frutto della paura e della fragilità di fronte all’arroganza della mafia. Falcone non si abbandonò mai alla rassegnazione o all’indifferenza”.
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