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Campagne vaccinali e sanità di territorio per i più fragili

Stanziamenti del governo per la medicina territoriale. Quali sono le strutture utili a mettere in sicurezza i gruppi di popolazione più esposti

Nel decreto rilancio sono previsti investimenti straordinari nel servizio sanitario nazionale, tra i quali 1 miliardo e 256 milioni di euro per la sanità territoriale. Il presidente della Fondazione Casa della carità, don Virginio Colmegna ha promosso un manifesto proprio a favore della sanità di territorio. “Le recenti misure adottate dal governo per il potenziamento dei servizi territoriali possono trovare un’ organica ed organizzata realizzazione proprio attraverso le case della salute-case della comunità per non rischiare di rimanere una serie di buoni e giusti propositi scollegati tra loro”. E precisa don Colmegna: “E’ l’ora di promuovere una visione più unitaria di una comunità dove tante forze diverse, pubbliche e private, contribuiscono all’unica vocazione civica di perseguire il bene comune, con professionalità, spirito critico, rigore scientifico”.

Medicina di comunità

Campagne vaccinali per immunizzare le persone più fragili e una medicina che sia di comunità. “E’ la ricetta perché in futuro l’Italia sia pronta davanti a eventuali altre epidemie”, afferma a Dire il professor Andrea Lenzi, direttore di Medicina sperimentale all’università La Sapienza di Roma, presidente del Comitato nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita della Presidenza del Consiglio dei ministri e presidente dell’Health City Institute. Puntualizza il professor Lenzi: “Io vivo all’interno del policlinico Umberto I di Roma e sono endocrinologo, ma in questo periodo di emergenza mi sono dovuto “riciclare” e tornare alla mia “infanzia” professionale, quando ero al Pronto soccorso. I miei specializzandi e collaboratori si sono messi a disposizione anche loro per fronteggiare l’emergenza-Anche se non siamo infettivologi, quasi i due terzi degli endocrinologi sono stati impiegati sul campo in tutta Italia. Abbiamo anche trasformato il modo di fare i controlli, optando per il teleconsulto e arrivando a 3 mila teleconsulti e 400 controlli in presenza perché indifferibili e urgenti. Adesso bisogna dare delle regole rispetto agli accessi in ospedale, che devono essere contingentati con addetti alla sicurezza e un ingresso unico per il personale e per i pazienti, e un altro per le auto e per il materiale da trasporto. Insomma dovremo organizzarci, ma questa lezione ci ha dato la misura di come alcuni servizi possono essere decentrati e gestiti a distanza”. In vista della prossima stagione invernale, poi, l’obbligo della vaccinazione antinfluenzale, almeno per certe categorie, aiuterebbe. Aggiunge Lenzi:”Si dovrebbero immunizzare i “gruppi” fragili, come le persone da una certa età in poi, o affette da malattie genetiche. Penso, però, anche ai bambini. E magari anche chi lavora in situazione di comunità. Lo svantaggio per il vaccino influenzale, oltretutto, è pari a zero. Anche l’antipolmonite per gli anziani è da privilegiare. Se poi lo Stato rende queste vaccinazioni obbligatorie, noi non possiamo che essere contenti“.

Riabilitazione

Anche in piena pandemia la traumatologia del Campus Bio-medico di Roma ha sempre proseguito la sua attività e continua a farlo. Traumi e lesioni non sono mancati anche in piena crisi sanitaria

“La riabilitazione è molto importante soprattutto per il
mantenimento dell’articolarità passiva e il riequilibrio funzionale sia per prevenire la lesione che nel preparare all’intervento. Ma è fondamentale anche nel recupero successivo all’operazione chirurgica”, spiega a Dire il professor Giacomo Rizzello,responsabile dell’Unità operativa di Traumatologia dell’Università Campus Bio-medico di Roma che ha affrontato le patologie più comuni che affliggono la spalla per capire sintomi da non sottovalutare ma anche i trattamenti possibili. Le patologie, Covid a parte, vanno avanti come ad esempio la sindrome da conflitto sub acromiale che è una delle più frequenti cause di dolore alla spalla

 

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