Alleanza finita dopo cinque giorni, quasi un record. Tanto è infatti bastato al leader di Azione, Carlo Calenda, per tagliare il fragile filo che lo aveva appena legato al Partito democratico in vista delle prossime elezioni. Intervistato da Lucia Annunziata, a “Mezz’ora in più”, è arrivata la scure sull’intesa appena (faticosamente) raggiunta, proprio all’indomani della stretta di mano fra Enrico Letta e l’accoppiata Verdi-Sinistra italiana. “Non mi sento a mio agio con questo – ha detto Calenda -, non c’è dentro coraggio, bellezza, serietà e amore a fare politica. Così ho comunicato ai vertici del Pd che non intendo andare avanti con questa alleanza”. Il leader di Azione afferma poi di non aver “mai voluto distruggere il Pd. Con con Letta abbiamo iniziato un negoziato per costruire una alternativa di governo”.
Letta: “Calenda? Unica alleanza è con sé stesso”
Eppure è arrivata la chiusura. Con Letta che non sembra aver preso bene il dietrofront dell’ormai ex alleato: “Ho ascoltato Carlo Calenda – ha scritto su Twitter -. Mi pare da tutto quel che ha detto che l’unico alleato possibile per Calenda sia Calenda. Noi andiamo avanti nell’interesse dell’Italia”. Sempre su Twitter è arrivata la risposta, secca ma sospesa: “No Enrico. In verità eri tu. Buon viaggio e grazie comunque per la disponibilità a discutere”. Un botta e risposta su toni contenuti ma che viene raccolto dal Centrodestra come un sintomo evidente di una sinistra divisa. Il primo a reagire è Matteo Salvini. Il leader della Lega parla di “caos e tutti contro tutti”, invitando poi ad andare “avanti compatti, Lega e Centrodestra, con il bene dell’Italia come unico obiettivo. Il 25 settembre si cambia”.
Porte aperte a Renzi?
Il messaggio di Calenda è stato chiaro, nonostante i saliscendi dei giorni scorsi avessero lasciato intendere una volontà alterna ma comunque presente da entrambe le parti di trovare un’intesa. “Questa coalizione è fatta per perdere, c’era l’opportunità di farne una per vincere. La scelta è stata del Pd, e io non posso seguire una strada dove la coscienza non mi porta. Verso Letta c’è delusione per una scelta che potevamo fare, non c’è né animosità né condanna, mi aspettavo un pochino di più da lui”. Per quanto riguarda le elezioni, il leader di Azione ha detto che “se c’è da raccogliere firme le raccoglieremo. E se non ce la faremo vuol dire che la proposta è ritenuta debole”. E torna sulla questione Renzi: Non l’ho sentito, ma gli dirò che come non si fa la politica destra contro sinistra non si fa nemmeno contro chiunque. Bisogna spiegare agli italiani come governare. Non ho parlato con Renzi, ci parlerò”.