Un corpo senza vita è stato trovato in serata nelle acque di San Felice, sulla sponda bresciana del Lago di Garda. Si tratta di un cadavere, probabilmente di una donna, in avanzato stato di decomposizione. A lanciare l’allarme è stato un passante. Nella zona di San Felice del Benaco due settimane fa aveva fatto perdere le proprie tracce una donna di 43 anni, Paola Tonoli, madre di un ventenne deceduto improvvisamente l’estate scorsa nella propria casa.
La scomparsa della donna
La donna era scomparsa dopo essere uscita dalla casa dei genitori. La Prefettura di Brescia aveva sospeso le ricerche nei giorni scorsi. Le ultime evidenze di quello che col passare dei giorni ha assunto sempre più i contorni del giallo avevano condotto gli inquirenti a ipotizzare che la donna – dapprima ripresa da alcune telecamere di videosorveglianza nella zona del Garda – si trovasse in città, dove il suo bancomat risulta utilizzato di recente per alcuni prelievi. Circostanza che potrebbe rendere meno probabile che quello ripescato dal lago sia il corpo della scomparsa, scrive il Giornale di Brescia. Solo nelle prossime ore sulla base degli accertamenti autoptici si potrà sapere di più circa l’effettiva identità del cadavere rinvenuto questa sera.
La morte del figlio: giallo nel giallo
Il figlio Samuele Freddi era morto a causa di un malore sabato 31 luglio all’interno della sua abitazione in via Cantarane a Manerba del Garda, in località Balbiana. Samuele era figlio del noto pittore Francesco e di Paola Tonoli, la donna scomparsa.
La tragedia – ricostruisce Brescia Today – si è consumata nel giro di pochi secondi: Samuele si è sentito male all’improvviso, immediatamente sono stati allertati i soccorsi ed è atterrata l’eliambulanza. Nonostante i numerosi tentatiti di rianimarlo purtroppo non c’è stato nulla da fare, il ragazzo è deceduto poco dopo per un arresto cardiocircolatorio.
Resta ancora da capire cosa abbia portato al tragico evento, forse un trauma cranico provocato da una caduta di poche ore prima. I rilievi del caso sono stati affidati ai carabinieri di Salò. L’autopsia non è riuscita a chiarire le cause che hanno portato al decesso. E qui inizia il giallo.
Lo scorso agosto infatti la procura ha aperto un’inchiesta per omicidio preterintenzionale. Le indagini, affidate ai carabinieri di Salò e coordinate dalla pm Maria Cristina Bonomo, ad oggi avrebbero appurato il coinvolgimento di Samuele in una lite tra amici, forse un gioco in cui qualcosa è andato storto: dopo uno spintone sarebbe caduto a terra e avrebbe battuto la testa sull’asfalto. Ricoverato in ospedale a Gavardo per accertamenti, sarebbe stato dimesso poco più tardi: sarebbe stato lo stesso Samuele a chiedere di tornare a casa. Poi, poco dopo il rientro a casa, il malessere e la morte improvvisa. Che ha lasciato la madre nello sconforto più totale.