“Buon senso e cautela per la ripresa delle celebrazioni con i fedeli”

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“Buon senso e prudenza”, raccomanda a Interris.it don Giuseppe Trappolini, parroco a Roma di San Giacomo in Augusta, il giorno dopo il protocollo tra il governo e la Cei che consente e regolamenta la partecipazione popolare alla cerimonie religiose a partire dal 18 maggio.

Come si organizzerà nella sua parrocchia al centro di Roma per celebrare con i fedeli?

“Serviranno razionalità e chiarezza. Il parroco è il legale rappresentante e risponde penalmente della sicurezza nel corso delle celebrazioni liturgiche. Tra pochi giorni, il 14 maggio, avrò modo di sapere a livello diocesano quali sono le modalità fissate per la ripresa delle messe “cum populo”. Ascolterò dal vescovo come si procederà in concreto in seguito alle disposizioni del protocollo. Ad una responsabiltà che si riceve deve corrispondere chiarezza su come esercitarla”.

Quali sono le difficoltà?

“E’ necessaria grande cautela. La condizione di emergenza ci sottopone anche a delle contraddizioni in termini come quella di dover scrivere all’ingresso della chiesa che può partecipare alla messa solo un numero ridotto di persone e ciò è l’opposto della missione ecclesiale dell’inclusione e dell’accoglienza di tutti. Dover dire “non c’è posto per te” è una sofferenza e una negazione di sè perché l’Ecclesia raduna per vocazione. Poi ci sono varie difficoltà di ordine pratico?”.

A cosa si riferisce?

“Dove li trovo i dispenser con gli igienizzanti da mettere all’ingresso della chiesa? Poi i fedeli vengono alla messa con i guanti dopo esserci usciti di casa ed essere probabilmente venuti a contatto con il virus in strada. Quei guanti quando si torna a casa bisogna buttarli subito, invece adesso ci si entrerà in chiesa da fuori. Anche io mentre celebro tocco delle cose sull’altare, quin devo riuscire a prendere l’ostia con i guanti e poi vado tra i banchi a distribuire la comunione senza violare la distanza di sicurezza di un metro e mezzo. E come si fa?”.

Il Papa aveva raccomandato prudenza..

“Forse sarebbe stato davvero più prudente aspettare altre due settimane anche perchè illustri virologi come Luc Montagnier hanno segnalato che il Covid può perdere efficacia con l’arrivo del caldo. Se malaguratamente dovesse ripartire il contagio passeremmo noi per untori. Nelle disposizioni si dice che preferibilmente chi ha più di 70 anni non deve venire in chiesa. Forse era meglio proseguire con le celebrazioni in streaming, aspettare a riprendere le messe con i fedeli e dare ulteriore prova di senso di responsabilità e disponobilità al sacrificio per il bene comune. Alcuni putroppo ne hanno persino fatto una campagna sobillando la gente”.

 

 

Gianluca Franco: