Ancora una strage nel nord della Nigeria, ancora una volta marchiata dal fondamentalismo folle e feroce di Boko Haram. Almeno 110 morti, tutti civili, dilaniati dalle raffiche dei fucili automatici imbracciati dal gruppo che, nella giornata di ieri, ha fatto irruzione nel villaggio di Koshone, vicino Maiduguri, nel Borno. Una strage gratuita e improvvisa, segnata come sempre accaduto negli eccidi perpetrati dal gruppo jihadista, da una violenza inaudita. Secondo il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite, Edward Kallon, a essere uccisi sarebbero stati perlopiù dei contadini, sia donne che uomini, intenti a lavorare i campi. Alcune persone, sempre secondo le informazioni fatte pervenire al di qua del Mediterraneo, sarebbero state sgozzate.
La ferocia di Boko Haram
Non è certo il primo raid messo a referto da Boko Haram che, solo un mese fa, aveva brutalmente assassinato ventidue agricoltori vicino Maiduguri. Questo attacco, ha riferito ancora Kallon ad Agence France-Presse, “è il più violento contro civili innocenti quest’anno. Chiedo che gli autori di questo atto atroce e insensato siano assicurati alla giustizia”. Quarantatré dei corpi recuperati, erano già stati sepolti alla presenza del governatore dello Stato del Borno, Babagana Umara Zulum, nei pressi del villaggio di Zabarmari. E già in quel momento, era stato annunciato come il bilancio delle vittime fosse inesorabilmente destinato a salire. Anche il presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari, ha condannato quanto accaduto a Koshobe: “L’intero Paese – ha detto – è stato ferito da questi omicidi insensati”.
Il commento del presidente
Quasi tutte le vittime erano lavoratori della terra dello stato di Sokoto, situato a circa 600 miglia dal luogo della strage. Tutti loro si erano recati nel Borno in cerca di lavoro. A darne conto, ancora una volta, è il presidente Buhari: “L’attacco è avvenuto mentre gli elettori andavano alle urne in elezioni locali a lungo ritardate nello stato di Borno. Le urne erano state ripetutamente rinviate a causa di un aumento degli attacchi di Boko Haram e di una fazione dissidente rivale, Iswap. I due gruppi sono stati accusati di aumentare gli attacchi a taglialegna, agricoltori e pescatori, che accusano di spionaggio per conto dell’esercito e delle milizie filogovernative”.
Secondo il presidente nigeriano, molte donne potrebbero essere state rapite dal gruppo terrorista. Nemmeno questo è un caso isolato. Tra il 14 e 15 aprile 2014, Boko Haram rapì 276 studentesse. Alcune scapparono, altre furono rilasciate. Ma di oltre 100 di loro, tutt’oggi, non si ha nessuna notizia.