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Birmania: una nuova accusa per Aung San Suu Kyi

L'Unione europea ha annunciato l'intenzione di valutare nuove misure restrittive nei confronti della Birmania

Ha violato la legge sulla gestione delle catastrofi naturali. E’ questa, secondo quanto riferito dall’Afp, la seconda accusa che è stata notificata oggi all’ex leader birmana Aung San Suu Kyi, in base a quanto riferito dal suo avvocato. La prima accusa riguardava l’utilizzo di walkie talkie importati illegalmente.

Le condizioni della San Su Kyi e dell’ex presidente Win Myint

Il partito della premio Nobel per la pace ha fatto sapere che si trova agli arresti domiciliari nella capitale amministrativa Naypyidaw ed è in buona salute. Notizia che sarebbe stata confermata anche dal viceministro dell’Informazione Zaw Min Tun che ha specificato che la San Suu Kyi e l’ex presidente Win Myint sono tenuti in un luogo più sicuri, “non è come se fossero stati arrestati, si trovano in una casa“.

Verso nuove elezioni?

Nel frattempo, il portavoce dell’esercito che lo scorso primo febbraio ha messo in atto il golpe, ha promesso nuove elezioni. Lo riporta l’agenzia Reuters. “Il nostro obiettivo è andare al voto e consegnare il potere nelle mani del partito vincitore” ha detto il generale Zan Min Tun nella prima conferenza stampa dopo il colpo di stato. Il generale non ha indicato una data per le elezioni. 

Il disappunto della Cina

Il colpo di stato in Birmania “non è assolutamente quello che la Cina vuole vedere“, ha dichiarato l’ambasciatore cinese nel Paese sul sito dell’ambasciata. “Eravamo al corrente delle dispute interne sulle elezioni, ma non siamo stati informati in anticipo del cambiamento politico in Birmania”.

La posizione dell’Ue

L’Alto Rappresentante Ue Josep Borrell ha informato il ministro degli Esteri del Brunei, Dato Erywan Yusof, sulle opzioni che l’Unione europea sta prendendo in considerazione sulla situazione in Birmania, comprese possibili nuove misure restrittive. I ministri degli affari esteri dell’Unione europea si incontreranno per discutere la situazione e la via da seguire al prossimo Consiglio “Affari esteri” del 22 febbraio. Borrell ha poi ribadito l’aspettativa dell’Ue che i militari in Birmania liberino tutti coloro che sono stati detenuti arbitrariamente, che si rispettino i diritti fondamentali del popolo birmano e che ci si astenga dalla violenza.

 

 

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