Bielorussia: 60.000 in piazza per sostenere Tikhanovskaya. Ecco chi è

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Oltre 60.000 persone si sono radunate ieri sera nel Parco dell’Amicizia dei popoli a Minsk per una manifestazione a sostegno di Svetlana Tikhanovskaya, la dissidente 37enne che sfida il controverso presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko alle presidenziali del 9 agosto.

La donna ha denunciato la brutalità del regime autoritario di Lukashenko, chiedendo il rilascio di tutti i prigionieri politici. Inoltre, ha accusato il presidente, ininterrottamente al potere dal ’94, di non aver adottato le misure necessarie per fermare la pandemia di COVID-19.

L’appoggio delle Oms

Secondo l’ong per la difesa dei diritti umani Vyasna, 60mila è il numero di persone che sono passate attraverso i metal detector all’ingresso del luogo della dimostrazione. Secondo l’Afp si tratta della più massiccia manifestazione antigovernativa in Bielorussia degli ultimi dieci anni.

Durante la manifestazione, Tikhanovskaya ha detto che l’opposizione vuole “elezioni corrette” e non una rivoluzione. “Siamo persone pacifiche e vogliamo cambiamenti pacifici nel nostro Paese”, ha affermato la candidata alle presidenziali.

Disordini di massa

Tikhanovskaya è la moglie di Serghiei Tikhanovsky, un oppositore finito in carcere e che non si è potuto candidare. Ieri il governo di Minsk ha accusato lui e un altro dissidente, Mikola Statkevich, di aver agito assieme ai presunti mercenari russi arrestati due giorni fa a Minsk con l’accusa di voler creare “disordini di massa” per “destabilizzare” il Paese.

Dopo l’arresto, Svjatlana Tikhanovskaya (o Cichanoŭskaja) decise quindi di raccogliere le firme per candidarsi alle elezioni presidenziali in Bielorussia del 2020. La sua candidatura fu convalidata dal governo, che riuscì a impedire la partecipazione degli altri due sfidanti politici. Si tratta di Viktor Babariko, arrestato a giugno con l’accusa di aver commesso alcuni reati finanziari, e Valerij Cepkalo.

I voti alla Tikhanovskaya

Questi, il 24 giugno aveva annunciato il deposito di 160.000 firme presso la commissione elettorale, a fronte di un quorum previsto pari a centomila unità. Il 30 giugno, la commissione ha respinto la sua candidatura, dichiarando che solamente 75.000 firme erano autenticate, non raggiungendo quindi il numero minimo necessario.

Date le comunanze politiche e la reciproca esclusione dall’agone elettorale, Tsepkal e Babariko decisero di far convergere i loro voti su Svjatlana, la donna che fa tremare Lukashenko, lo “zarino” della Bielorussia.

Milena Castigli: