Terribile tragedia a Bari, dove una neonata prematura è morta al Policlinico cittadino a causa di una infezione da Serratia, lo stesso batterio contenuto in un sapone utilizzato da medici e infermieri del nosocomio barese. Dopo il decesso della piccola, l’ospedale è stato contattato da una ditta veronese ed informato che erano stati bloccati nove lotti di sapone, distribuiti in tutta Italia, per una possibile contaminazione da Serratia, un genere di batteri – di frequente presente nell’ambiente, soprattutto nel suolo – che sviluppano nell’uomo infezioni resistenti a molti antibiotici.
La vicenda
Come ricostruisce LaRepubblica.it, tutto è cominciato 30 giorni fa, con la nascita prematura della piccola. La bimba è stata messa in incubatrice e le prime cure sembravano funzionare fino a quando, agli inizi di febbraio, la situazione è peggiorata improvvisamente per un’infezione. Le analisi hanno poi evidenziato la presenza nella piccola della Serratia, un germe solitamente ospedaliero che da tempo non si vedeva al Policlinico. Le terapie antibiotiche non funzionano e la bimba purtroppo muore. Il 14 febbraio, una ditta di Settimo di Pescantina (Verona), invia una comunicazione ai propri clienti, compreso il Policlinico di Bari, chiedendo di bloccare immediatamente i lotti di sapone antisettico per la disinfezione e la pulizia delle mani. “Siamo stati informati da un nostro fornitore di materia prima – hanno scritto i dirigenti del policlinico in una comunicazione – su una possibile contaminazione da Serratia”. Lo stesso batterio che avrebbe ucciso la neonata. Sul caso la Procura di Bari ha aperto una inchiesta sulla base della denuncia presentata dalla direzione sanitaria del Policlinico.