Salvatore Cillari, fratello di un boss ergastolano, era il capo si una banda di usurai che per anni ha prestato denaro a tassi che arrivavano al 140% a decine di vittime: imprenditori, professionisti, antiquari e nomi eccellenti dello spettacolo come il conduttore e dj Marco Baldini.
Operazione Tonsor: 4 arresti
L’operazione della Guardia di Finanza di Palermo, denominata “Tonsor”, ha portato all’arresto di quattro persone accusate di usura ed estorsione. Secondo quanto accertato, l’organizzazione criminale, a partire dal 2016, avrebbe erogato prestiti con l’applicazione di tassi di interesse di tipo usurario nei confronti di decine di persone per un ammontare complessivo di circa 150.000 euro.
Gli arresti e il sequestro de L’Acerba
Cillari è finito in carcere, ai domiciliari il figlio Gabriele, che riciclava i soldi sporchi intascati con l’usura investendo in un locale alla moda nel quartiere Capo, a pochi metri dal palazzo di giustizia di Palermo. Il ristorante, “L’Acerba”, è stato sequestrato.
Dell’organizzazione facevano parte anche Matteo Reina e Giovanni Cannatella, anche loro finiti ai domiciliari e Achille Cuccia che ha avuto il divieto di dimora a Palermo. La banda operava tra Palermo e Roma.
L’usuraio a Roma per Baldini
Cillari era di casa nella Capitale come risulta dalle intercettazioni delle drammatiche conversazioni con il conduttore radio Baldini che, tra il 2017 e il 2018, era finito nella rete degli strozzini.
“Com’è finita Marco co ‘sti soldi? Manco una lira”, gli diceva Cillari, non sapendo di essere intercettato. “Domani ci vediamo, stai tranquillo”, rispondeva Baldini. Ma il debito non veniva saldato e l’usuraio continuava a incalzare la vittima. “Venerdì vengo a Roma e ci resto fino a venerdì”, aggiungeva Cillari con tono minaccioso.
Gen. Quintavalle (Gdf): “Vittime di usura spesso non collaborano”
“L’operazione dimostra il costante interesse delle organizzazioni criminali ad inquinare il tessuto economico legale mediante l’utilizzo di capitali illeciti. L’attività di usura degli indagati si è intensificata durante il periodo del primo lockdown causato dall’emergenza pandemica, sfruttando senza scrupoli il periodo di crisi economica a danno di piccoli commercianti in difficoltà. Purtroppo dispiace registrare che le vittime non sono state collaborative con gli investigatori nonostante le pressanti intimidazioni e minacce subite dagli usurai”. Lo sottolinea il generale Antonio Quintavalle Cecere, comandante provinciale della guardia di finanza di Palermo, commentando l’operazione. “Ribadisco ancora una volta che l’unico modo per uscire dalla morsa dell’usura, così come dell’estorsione, è denunciare questi criminali” conclude il generale della Guardia di Finanza.
Angelini (Gdf): “Casi aumentati con la pandemia”
“I rischi di usura sono sensibilmente aumentati a seguito della crisi economica connessa all’emergenza sanitaria per la pandemia ancora in atto e per questo l’impegno investigativo è costante per contrastare ogni tentativo della criminalità di strumentalizzare le difficoltà di famiglie e imprese per ottenere ulteriori profitti”. Lo dice Gianluca Angelini, comandante del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, commentando l’operazione Tonsor.
“L’usura rappresenta una forma di investimento sicuro per la criminalità, in grado di generare in poco tempo guadagni elevatissimi che spesso vengono utilizzati anche per finanziare attività commerciali, inquinando il tessuto economico sano con capitali illeciti che alterano le regole del mercato e della sana concorrenza, a danno degli operatori economici onesti, la cui tutela rappresenta una priorità dell’azione della Guardia di Finanza”, prosegue.
“L’usura continua ad essere purtroppo un reato che difficilmente si denuncia – conclude – ma l’omertà e la distorta percezione del rapporto tra vittima e usuraio rappresentano i migliori alleati dei criminali: affidarsi con fiducia alle Istituzioni rappresenta invece l’unica strada per sottrarsi al giogo degli usurai che contrariamente a come possano presentarsi, in breve tempo, si manifestano sempre come aguzzini senza scrupoli. Evidenze investigative lasciano intendere come le vittime possano essere molte di più di quelle già individuate. L’invito è quindi a chiunque si fosse trovato coinvolto in tali pratiche illecite di contattarci al fine di trovare insieme ogni possibile soluzione di supporto, anche grazie l’accesso ai fondi dedicati alle vittime di questo reato”.