I primi 100 civili hanno lasciato l’acciaieria di Azovstal, a Mariupol. E altri gruppi dovrebbero riuscire a sganciarsi nelle prossime ore, come confermato anche da Mosca. Qualcosa si muove nella città della Priazovia, ancora centro nevralgico del conflitto fra Russia e Ucraina. Il portavoce dell’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari dell’Onu, Jesn Laerke, ha fatto sapere che “le Nazioni Unite confermano che è in corso l’evacuazione presso il complesso siderurgico di Azovstal, in coordinamento con la Croce Rossa e le parti in conflitto”. Al momento non sono stati rilasciati altri dettagli per ragioni di sicurezza ma la conferma dei primi 100 evacuati è stata trasversale. “Il primo gruppo di circa 100 persone si sta già dirigendo verso l’area controllata. Domani li incontreremo a Zaporizhzhia. Grati al nostro team. Ora, insieme all’Onu, stanno lavorando all’evacuazione di altri civili dall’impianto”. Così il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un post su Twitter.
Evacuation of civilians from Azovstal began. The 1st group of about 100 people is already heading to the controlled area. Tomorrow we’ll meet them in Zaporizhzhia. Grateful to our team! Now they, together with #UN, are working on the evacuation of other civilians from the plant.
— Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) May 1, 2022
I civili ad Azovstal
Le operazioni proseguiranno anche nelle prossime ore. Secondo la tv russa Rossiya 24, citata da Interfax, all’interno dell’acciaieria di Azovstal potrebbero trovarsi ancora 500 civili. Si tratta però di numeri non confermati. Qualche ora prima, il Ministero della Difesa russo aveva dato notizia dell’evacuazione di 80 civili, fra i quali donne e bambini, portati a Bezimenne, nel Donetsk. Coloro intenzionati a lasciare l’autoproclamata repubblica filorussa sarebbero stati affidati a rappresentanti dell’Onu e della Croce Rossa. La situazione però resterebbe critica. Subito dopo l’evacuazione dei primi 100 civili, infatti, la Cnn ha dato notizia della ripresa dei bombardamenti sul complesso siderurgico. Lo stesso Zelensky, a ogni modo, ha rassicurato sulla ripresa delle operazioni già domattina.
Lavrov a Rete 4
Nel frattempo, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, interviene a Zona Bianca, su Rete 4, puntando il dito contro l’Italia. “Alcune dichiarazioni di politici e media italiani sono andate oltre le buone norme diplomatiche e giornalistiche… L’Italia è in prima fila tra coloro che adottano e promuovono le sanzioni anti-russe. Per noi è stata una sorpresa. Eravamo abituati all’idea che l’Italia, grazie alla sua storia, sapesse distinguere il bianco dal nero”. Critica estesa anche ad altri Paesi europei importatori di gas russo, ai quali è stato ribadita la condizione del pagamento in rubli: “Voi pagherete comunque nella valuta prevista dai contratti – ha aggiunto – ma le forniture verranno considerate pagate quando queste somme saranno state convertite in rubli, che non possono essere rubati. Per gli acquirenti non cambierà nulla, pagheranno stesse somme previste dai contratti”. Sull’invasione, invece, Lavrov ha spiegato che l’intento non è rovesciare Zelensky: “Non puntiamo a un cambio di regime a Kiev, questa è una specialità degli americani. Non chiediamo nemmeno che si arrenda. Quello che chiediamo è che interrompa le ostilità e lasci andare i civili. Vogliamo fare in modo che dall’Ucraina non vengano più minacce per la Russia”.