I servizi d’intelligence del National Cyber Security Centre, in un loro rapporto, imputano ad “hacker russi quasi certamente”, legati agli 007 di Mosca di aver preso di mira informazioni su progetti di ricerca anti-Covid britannici, ma anche di Canada e Usa. Queste “aggressioni” informatiche, infatti, sarebbero avvenute contemporaneamente nei tre Paesi.
Le indagini
Queste accuse sono state lanciate dopo i sospetti d’interferenze di “attori russi” nelle elezioni britanniche del 2019, attraverso l’amplificazione online di documenti governativi illecitamente acquisiti. Avrebbero contribuito alla diffusione di un rapporto sul possibile impatto di un accordo commerciale post Brexit fra il governo Tory di Boris Johnson e l’amministrazione Usa di Donald Trump sul servizio sanitario nazionale.
Questo è quanto sostiene il governo Johnson, illustrando le prime conclusioni di un’indagine esplosa in campagna elettorale, quando l’allora leader dell’opposizione laburista, Jeremy Corbyn, poi sconfitto alle urne, rese pubblica la documentazione denunciando il possibile accordo il ministro degli Esteri, Dominic Raab ha precisato che non risultano “prove di attività su più larga scala” di Mosca rispetto alla campagna elettorale.
Sembra che il gruppo di hacker russi utilizzi varie tecniche e mezzi, come lo spear-phishing, ossia mail fasulle (o simili comunicazioni) con link che permettono agli intrusi di entrare nei sistemi operativi di chi le riceve e “malware” informatici per infiltrare i computer sotto attacco, del tipo “WellMess” e “WellMail”.
Secondo l’Agenzia National Cyber Security Centre (Ncsc) britannica dietro ci sarebbe il gruppo di hacker APT29, detto anche “Cozy Bear”. Una piattaforma che è “quasi certamente” legata all’intelligence russa, secondo l’Ncsc, come confermano anche il Dipartimento per la Sicurezza di Stato americano, la National Security Agency (Nsa) statunitense e le autorità di intelligence canadesi.
Mosca smentisce
“Non abbiamo informazioni su chi possa aver commesso un attacco hacker contro le compagnie farmaceutiche e i centri di ricerca britannici ma possiamo dire una cosa: la Russia non ha nulla a che fare con questi tentativi”, così dichiara Dmitri Peskov, il portavoce di Putin.