In Scozia è stato approvato il Period Products Bill: si tratta di una legge che istituisce il rifornimento gratuito alle donne di prodotti per le mestruazioni. L’evento costituisce un unicum nel panorama storico mondiale. A febbraio 2020 la proposta di legge era stata ratificata una prima volta, poi martedì ha ricevuto l’approvazione finale: in entrambi i casi è avvenuto all’unanimità, trovando d’accordo la maggioranza e l’opposizione. “È un segnale al mondo che l’accesso universale gratuito ai prodotti per le mestruazioni può essere garantito,” ha dichiarato Monica Lennon, una deputata locale e forte sostenitrice della legge.
In questo modo si cerca di combattere la period poverty in cui si trovano quelle donne che non possono permettersi i prodotti di cui avrebbero bisogno nel periodo del mestruo: una ragazza su 10 è in questa situazione, secondo un sondaggio del 2017 di Plan International UK, ripreso da Cnn.
Panorama italiano riguardo alla questione degli assorbenti
In Italia il panorama è lontanamente diverso. La cosiddetta Tampon Tax prevede l’Iva al 22% sulla vendita di assorbenti, considerandoli un bene di lusso e non come un bene di prima necessità. Si sono viste varie iniziative che hanno cercato di migliorare la situazione, ma senza raggiungere purtroppo risultati significativi. Nel novembre 2019 il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e la viceministra Laura Castelli hanno ottenuto l’abbassamento al 5% dell’Iva sugli assorbenti biodegradabili e compostabili, che però rappresentano solo l’1% del consumo totale.
Nel settembre di quest’anno l’università Statale di Milano ha preso la decisione di installare nei propri bagni 10 distributori di assorbenti a prezzi calmierati (a 20 centesimi l’uno). Per quanto riguarda anche l’Università di Palermo si è espressa la volontà di seguire l’esempio milanese da parte di Aurora Ferreri e Gloria di Miceli, entrambe dirigenti locali del PD, che hanno scritto una lettera al Rettore, affermando come: “Per troppo tempo quella del ciclo mestruale ha rappresentato e rappresenta ancora oggi un tabù e da diversi anni si porta avanti una lotta per l’eliminazione della tampon tax, che vuole gli assorbenti femminili equiparati ai beni di lusso, con un’Iva pari al 22%: si tratta di una questione di giustizia sociale, che andrebbe ad aiutare le tante ragazze presenti nella nostra Università, che siamo certe verrà sposata dal rettore che già in passato ha dimostrato grande sensibilità rispetto alle politiche di genere”.
A settembre alcuni comuni come Firenze e Guardiastallo (in provincia di Pisa) hanno abolito a livello locale la tassa sugli assorbenti. A Guardiastallo l’iniziativa durerà fino a gennaio e si prefigge più lo scopo di smuovere gli animi e sensibilizzare alla questione. La consigliera fiorentina Laura Sparavigna ha sottolineato: “Si tratta di una battaglia di civiltà. Non solo di equità, non solo di pari opportunità ma proprio di civiltà. Il ciclo mestruale è una funzione naturale dell’organismo femminile e quindi è necessario l’uso dei beni igienici femminili. Non sta alla donna scegliere se e quando avere il ciclo ma sta a noi scegliere se e come tassarlo”.