Nelle ore in cui entrano in quarantena alla casema della Cecchignola gli italiani rientrati dalla Cina, alla trasmissione di Rai 1, Storie Italiane don Aldo Buonaiuto, sacerdote di frontiera della Comunità Papa Giovanni XXXIII, lancia un appello alla cooperazione internazionale per fermare la diffusione del coronavirus. Attraverso inviati sul campo ed esperti ospiti in studio, il programma condotto da Eleonora Daniele ha approfondito l'emergenza sanitaria in corso, a partire dalla notizia dall'invio in Cina di 700 mila mascherine anti-contagio da parte della Santa Sede.
Reazione condivisa all'emergenza
“Non può esistere una risposta solo nazionale a un'emergenza internazionale, come quella provocata dalla diffusione del coronavirus- afferma don Buonaiuto-.Un allarme globale necessita di una reazione condivisa che veda interagire e collaborare gli Stati, le organizzazioni multilaterali, gli scienziati di tutto il mondo e i cittadini. Anche la popolazione, infatti, ha un ruolo fondamentale nel contrastare la propagazione del virus”. Da qui l'esortazione del sacerdote in prima linea a favore degli ultimi. “Occorre rivolgersi esclusivamente a personale sanitario, senza fare ricorso a soluzioni improvvisate, inefficaci e addirittura dannose”. Il riferimento, documentato dalla trasmissione con interviste e reportage nelle città italiane, è al mercato nero di mascherine non omologate che viene alimentato dai venditori ambulanti abusivi che smerciano a due euro l'una mascherine sfuse o persino usate, prive di qualunque autorizzazione medica.
Solidarietà
“C'è urgente bisogno di un approccio solidale su scala planetaria che induca le nazioni a concordare i provvedimenti sanitari da adottare– avverte don Buonaiuto-. Rinviare misure indispensabili significa far salire il numero delle persone contagiate e dei decessi. Serve l'aiuto di tutti: organizzazioni sovranazionali, Stati, singoli cittadini”. Inoltre, aggiunge don Buonaiuto “dobbiamo essere grati e indirizzare il nostro plauso a chi sta accanto in queste tragiche circostanze ai malati e a chi si prodiga per prendersi cura delle situazioni di pericolo e cioè tutti gli operatori sanitari, i militari che fanno tutto il possibile per mettere in sicurezza la popolazione e i ricercatori che si impegnano strenuamente nella ricerca del vaccino e di terapie efficaci contro questo virus letale”.
“Uniti si vince”
Un pensiero particolare, poi, viene rivolto da don Buonaiuto “ai nostri amici in Cina, dove abbiamo visto immagini tremende di persone che svengono per strada a causa di questa gravissima malattia”. E, aggiunge don Buonaiuto, “negli Stati Uniti gli scienziati segnalano apertamente il rischio di una pandemia“, perciò “come stanno facendo i nostri valorosi connazionali allo Spallanzani di Roma, i ricercatori di tutto il mondo sono chiamati a mettere in comune le loro scoperte e le conoscenze in grado di portare l'umanità a sconfiggere la temibile minaccia del coronavirus: solo uniti si può vincere“. Collaborazione e solidarietà sono “le chiavi di volta per fermare il contagio e debellare il morbo”.