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Ambiente: ecco gli indirizzi della Commissione Ue sulla plastica sostenibile

Assorimap: "Si tratta di un passaggio culturale ed economico a cui le aziende produttrici di beni ed imballaggi in plastica devono puntare"

Un piano d’azione per l’economia circolare con delle linee specifiche entro cui i paesi membri si dovranno muovere per limitare l’uso della plastica. É la comunicazione fatta al comitato economico durante l’ultimo consiglio europeo a Bruxelles dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.

Ma quali sono i parametri indicati?

L’UE si è dato l’obiettivo di accelerare la transizione verso un modello di crescita rigenerativo che restituisca al pianeta più di quanto prenda. Si deve adoperare a favore del mantenimento del consumo di risorse entro i limiti del pianeta. Dunque deve fare il possibile per ridurre la sua impronta dei consumi. In particolare bisogna raddoppiare la percentuale di utilizzo dei materiali circolari nel prossimo decennio.

L’impegno, dunque, dei paesi membri è destinato ad istituire un quadro di riferimento per guardare a prodotti ad alto tasso di sostenibilità. Secondo uno studio recente, l’applicazione dei principi dell’economia circolare nell’insieme dell’economia dell’UE potrebbe aumentarne il PIL di un ulteriore 0,5 % entro il 2030. Si potrebbero creare circa 700.000 nuovi posti di lavoro.

Il consumo di plastica raddoppierà nei prossimi 20 anni

La Commissione adotterà ulteriori misure mirate per risolvere i problemi di sostenibilità. Questo materiale però non può scomparire ma verso di cui bisogna avere un approccio diverso a cominciare dall’utilizzo della plastica riciclata.

Parallelamente all’adozione delle misure volte a ridurre i rifiuti di plastica, la Commissione affronterà la questione della presenza di micro plastiche nell’ambiente:

  • limitando le micro plastiche aggiunte intenzionalmente e adottando misure relative ai pellet, alla luce del parere dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche
  • predisponendo l’etichettatura, la standardizzazione, la certificazione e misure di regolamentazione per quanto concerne il rilascio accidentale di micro plastiche, tra cui misure volte ad aumentare la cattura delle micro plastiche in tutte le fasi del ciclo di vita dei prodotti
  • sviluppando e armonizzando ulteriormente i metodi per misurare le micro plastiche rilasciate in modo non intenzionale, in particolare dagli pneumatici e dai prodotti tessili, e fornendo dati armonizzati sulle concentrazioni di micro plastiche nel mare colmando le lacune nelle conoscenze scientifiche relative al rischio e alla presenza delle micro plastiche nell’ambiente, nell’acqua potabile e negli alimenti.

La Commissione affronterà anche le sfide emergenti in materia di sostenibilità predisponendo un quadro strategico in materia di: approvvigionamento, etichettatura e uso delle plastiche a base organica, valutando i casi in cui l’utilizzo di materie prime a base organica comporta benefici ambientali effettivi, che non si limitano alla riduzione dell’utilizzo di risorse fossili l’uso di plastiche biodegradabili o compostabili, valutando le applicazioni in cui questo utilizzo uso può essere benefico per l’ambiente, e i criteri per tali applicazioni.

Qual è l’obiettivo?

Lo scopo è far sì che l’etichettatura di un prodotto come “biodegradabile” o “compostabile” non induca erroneamente i consumatori a smaltirlo secondo modalità che provocano la dispersione di questi rifiuti o l’inquinamento a causa di condizioni ambientali non adeguate.

Ma com’è stato accolto il piano della Commissione UE dal settore dei riciclatori della materie plastiche?

Secondo Assorimap che rappresenta oltre il 45% dei riciclatori indipendenti: “Il Piano UE relativamente alla necessità di prevedere contenuti minimi obbligatori ha ripreso un obiettivo della piattaforma strategica Assorimap – Riteniamo- ha commentato il presidente di Assorimap, Walter Regis – che possa rappresentare un passaggio culturale ed economico a cui le aziende produttrici di beni ed imballaggi in plastica devono puntare, sostenendo il paese verso la transizione per la Green Economy, con lo sviluppo contestuale di uno dei principali assets portanti, quale il comparto del riciclo meccanico della plastica”.

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