Allarme Onu per gli arresti in Tunisia. Saied: “E’ in corso una guerra di liberazione nazionale”

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“I recenti arresti sono dovuti a casi gravi legati alla sicurezza nazionale e non hanno nulla a che fare con attività politiche, diritti o media”. Lo ha detto oggi il ministro tunisino degli Esteri, Nabil Ammar, aggiungendo che le dichiarazioni straniere su questi arresti sono “affrettate, imprecise e minano la magistratura”. Lo riporta in un tweet l’agenzia di stampa ufficiale Tap.

Onu: “Preoccupati per l’inasprirsi della repressione in Tunisia”

“L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha espresso la sua preoccupazione per l’inasprirsi della repressione nei confronti di presunti oppositori politici e della società civile in Tunisia, anche attraverso le misure adottate dalle autorità che continuano a minare l’indipendenza della magistratura”. Lo si legge sul sito dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, che aggiunge in riferimento alla situazione in Tunisia, che “da sabato scorso, almeno nove persone, tra cui ex dipendenti pubblici, sarebbero state arrestate e alcune detenute, con l’accusa di sicurezza e corruzione”.

“L’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha anche osservato che il Procuratore generale sempre più frequentemente avvia procedimenti penali contro presunti oppositori, accusandoli di “cospirazione contro la sicurezza dello Stato”, offesa al Capo dello Stato o violazione del decreto-legge per combattere il crimine informatico”. “Siamo inoltre preoccupati per il fatto che alcuni dei detenuti, accusati di aver criticato il governo, siano stati processati in tribunali militari. Chiediamo quindi alle autorità di cessare immediatamente le pratiche di processare i civili davanti ai tribunali militari”.

La nota prosegue con un appello “alle autorità tunisine di rispettare gli standard del giusto processo e del processo equo in tutti i procedimenti giudiziari e di rilasciare immediatamente tutte le persone detenute arbitrariamente, comprese le persone detenute in relazione all’esercizio dei loro diritti alla libertà di opinione o di espressione”. “Dal luglio 2021 – prosegue la nota – le autorità hanno inoltre adottato una serie di misure che hanno minato l’indipendenza della magistratura, tra cui lo scioglimento del Consiglio superiore della magistratura e il licenziamento sommario di 57 giudici”.

“Chiediamo alle autorità di lavorare per allineare la legislazione, le procedure e le pratiche del settore della giustizia alle norme e agli standard internazionali applicabili e, attraverso la separazione dei poteri, per sostenere l’indipendenza della magistratura e lo stato di diritto”, conclude la nota.

Saied: “E’ in corso una guerra di liberazione nazionale”

In relazione alla recente ondata di arresti che ha colpito uomini d’affari, politici, attivisti e giornalisti, il presidente tunisino Kais Saied ha affermato che alcuni dei fermati sono coinvolti “nella cospirazione contro la sicurezza interna ed esterna dello Stato” e “questo è provato: sono dietro le crisi legate alla distribuzione dei beni e all’aumento dei prezzi”. “E’ un monito che significa per coloro che controllano i canali di distribuzione che non potranno sfuggire alla legge”, ha detto il presidente in un incontro con la ministra del Commercio, Kalthoum Ben Rejeb, di cui la presidenza ha pubblicato il video.

“Il 5% dei prodotti va al mercato all’ingrosso e il resto va nelle mani di mostri e rapaci”, ha detto ancora Saied. “Oggi stiamo conducendo una guerra di liberazione nazionale. Stiamo combattendo battaglie per epurare il Paese da coloro che lo hanno devastato per decenni, e tra le sporche pratiche che hanno adottato per perseguitare i cittadini, vi è il monopolio dei prodotti alimentari e persino dei medicinali. Dobbiamo occuparci di questi criminali secondo la legge. Sappiano che lo Stato non resta a guardare di fronte a chi cerca di aggravare la situazione sociale alzando i prezzi”, ha detto il presidente.

Fonte: Ansa

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