Un agguato a colpi d’arma da fuoco, sparati a bruciapelo nella piazza centrale del paese mentre la vittima era sua nella macchina, poi la confessione di fronte ai carabinieri di Agrigento. Sono i contorni del fatto di sangue avvenuto oggi nella provincia di Agrigento. Il cui movente, secondo quanto riferito dal presunto responsabile nel corso dell’interrogatorio, sarebbe da rintracciare in una faida interna un’organizzazione criminale paramafiosa, i “paracchi”.
L’agguato
Un uomo di 65 anni, Lillo Saito, commerciante di gelati, si trovava dentro la sua vettura, una Renault Captive, parcheggiata in piazza Provenzani, nel centro cittadino di Palma di Montechiaro, comune dell’agrigentino, quando Angelo Incardona, 43 anni, con precedenti penali, avrebbe esploso colpi di pistola che lo hanno raggiunto alla testa. Poco prima, Incardona aveva sparato ai propri genitori, G. I., 65 anni, e M. I., 60 anni.
La confessione
Una volta rientrato a casa, l’uomo avrebbe detto alla moglie quanto era successo e lei lo avrebbe convinto a costituirsi dai carabinieri. Così Incardona si è presentato alla caserma dai carabinieri di Agrigento, dove ha confessato. Di fronte agli inquirenti avrebbe parlato di una faida legata a dinamiche interne ai “paracchi” di Palma di Montechiaro. I “paraccari” sono “famighiedde” che esistono ancora a Palma di Montechiaro e a Favara.