Non si arresta la marcia dei talebani che oggi hanno conquistato anche Ghazni, importante città dell’Afghanistan (nonché capoluogo dell’omonima provincia) situata a soli 150 chilometri dalla capitale Kabul.
“Hanno preso il controllo di aree chiave della città: l’ufficio del governatore, il quartier generale della polizia e la prigione”, ha detto Nasir Ahmad Faqiri, capo del consiglio provinciale di Ghazni.
Si tratta del decimo capoluogo di provincia caduto nelle loro mani in una settimana. Solo ieri erano state conquistate Aibak e Farah.
Germania: “Stop agli aiuti”
Berlino mette in guardia i talebani: se istituiranno un califfato in Afghanistan, il Paese “non avrà più un centesimo” dai fondi per l’aiuto allo Sviluppo investiti dalla Germania, che attualmente versa 430 milioni all’anno alle casse di Kabul. Lo ha detto il ministro degli Esteri Heiko Maas al Morgenmagazin della Zdf, aggiungendo: “Questo lo sanno anche i talebani”. Il ritiro delle truppe tedesche è dipeso dalla decisione americana, ha continuato il ministro, affermando che, senza un impegno militare degli Usa e al di fuori della missione Nato, un impegno sul posto non avrebbe avuto alcun senso.
Mosca: “Talebani disuniti e a rischio terrorismo”
A lanciare l’allrme sulla situazione afghana è intervenuta anche la Russia. Secondo il vice ministro degli Esteri russo Oleg Syromolotov, non ci sarebbe unità nel movimento talebano in Afghanistan e i combattenti più radicalizzati potrebbero schierarsi con le reti terroristiche.
“L’assenza di un approccio comune dei membri del movimento talebano agli accordi di Doha del settembre 2020 può diventare un ulteriore fattore di instabilità nella regione. È anche possibile che la parte più radicalizzata del suddetto gruppo, che mette la filosofia della guerra al di sopra del compito di una soluzione politica pacifica, possa schierarsi con le reti terroristiche”, ha detto Syromolotov in un’intervista a Interfax.