I talebani hanno preso il controllo del valico di frontiera Spin Boldak, considerato strategico, con il Pakistan: lo ha reso noto un portavoce, Zabihullah Mujahid.
“I Mujahideen hanno catturato un’importante città di confine, Wesh nel Kandahar. In questo modo l’importante strada tra (Spin) Boldak e Chaman e la dogana di Kandahar sono passate sotto il controllo dei Mujahideen”, ha detto il portavoce. L’azione è stata confermata da una fonte della sicurezza pachistana.
Esplode veicolo in Pakistan: 6 morti
Sempre nelle scorse ore, sei persone sono morte e altre 33 sono rimaste ferite nell’esplosione avvenuta all’interno di un veicolo nel distretto di Upper Kohistan, nella provincia pachistana di Khyber Pakhtunkhwa (Sarhad). La polizia ha spiegato che il veicolo trasportava lavoratori del progetto idroelettrico Dasu.
“Sei persone, tra cui quattro stranieri e due membri del personale di sicurezza pachistano, sono morte mentre altre 33 sono rimaste ferite”, ha confermato il vicecommissario Muhammad Arif senza specificare le nazionalità dei quattro stranieri né i mandanti dell’esplosione, di chiara matrice terroristica.
Il ritiro delle truppe Usa e Nato dall’Afghanistan
Tutte le truppe Usa e Nato hanno lasciato la base aerea di Bagram, in Afghanistan, lo scorso 2 luglio. Lo aveva riferito all’Afp una fonte del dipartimento americano della Difesa, senza specificare quando gli ultimi militari avevano effettivamente abbandonato la base che si trova a circa 50km a Nord di Kabul. Gli Usa e la Nato sono nella fase finale del ritiro dal Paese dopo un coinvolgimento militare di 20 anni.
Il completamento del ritiro – come promesso dal presidente Joe Biden – doveva avvenire entro la data altamente simbolica del prossimo 11 settembre. Ma, dati i recenti attacchi talebani a tutti i valichi di frontiera dell’Afghanistan – oggi al più importante, Spin Bordak – il presidente Usa ha cambiato idea rispetto all’11 settembre annunciando che la data finale del ritiro è anticipata al 31 agosto. Non sarà dichiarata la classica “missione compiuta”, ma il presidente ha difeso il lungo intervento spiegando che l’obiettivo era “mandare all’inferno Bin Laden” e smantellare le basi di Al Qaida.
L’Italia in Afghanistan
La missione Nato è conclusa, la bandiera tricolore viene ammainata, ma “dobbiamo continuare essere al fianco degli afghani”. Così lo scorso 8 giugno il ministro della Difesa Lorenzo Guerini dalla base di Camp Arena, a Herat, in occasione della cerimonia di ammaina bandiera del contingente italiano che ha poi lasciare il territorio afghano dopo aver partecipato alle missioni Enduring Freedom, International Security Assistance Force (Isaf) e Resolute Support e aver inviato circa 50mila soldati, coinvolti in operazioni di addestramento dei militari afgani e in progetti di cooperazione civile-militare. In questi 20 anni, i caduti italiani sono stati 53 e i feriti circa 700.