E'morto a Nashville Stanley Cohen, 97enne Premio Nobel per la Medicina nel 1986, riconoscimento che condivise con Rita Levi-Montalcini e che valse alla scienza in campo medico un notevole balzo in avanti nello studio del fattore di crescita delle cellule nervose (Nerve growth factor, ngf). Docente presso la Washington University, è lì che condusse i suoi importanti esperimenti sulla biochimica della crescita cellulare, stabilendo la natura dei processi che regolano le interazioni fra fattori di crescita e ricettori sulla superficie della cellula. La collaborazione con la scienziata italiana iniziò nel 1953, riuscendo in breve tempo a ottenere l'isolamento del fattore di crescita delle fibre nervose, consentendo l'arricchimento delle informazioni sullo studio cellulare e, di rimando, importanti dati di partenza per lo studio di malattie come il Morbo di Parkinson.
La carriera
Tale studio, come ebbe modo di dire nella sua biografia la stessa Rita Levi-Montalcini, “andava contro l'ipotesi dominante nel mondo scientifico che il sistema nervoso fosse statico e rigidamente programmato dai geni”. Come la Nobel italiana, anche Cohen proseguì per decenni i suoi studi sui fattori di crescita cellulare, dapprima presso la Vanderbilt University (Tennessee), dove diventò professore di biochimica nel 1959, poi presso la Stanford University, dove ottenne, al collega Herbert W. Boyer, la clonazione del Dna ricombinante, ovvero scoprendo la tecnica che regola la produzione di Ogm, un metodo di trasferimento di un gene in una cellula di una specie differente. Altro rilevante risultato ottenuto da Cohen, il cosiddetto Epidermal growth factor, un fattore di crescita cellulare dell'epidermide. Lo scienziato newyorchese si è spento presso una casa di riposo di Nashville, nel Tennessee, dove ha trascorso gli ultimi anni della sua vita.