E'stata un'altra giornata infinita per il professor Walter Ricciardi membro dell’esecutivo Oms e consigliere del ministro della Salute. Interris.it lo ha raggiunto in una pausa tra i vertici operativi nei quali porta la sua ineguagliabile esperienza in prima linea nelle principali emergenze sanitarie. Ricciardi è ordinario di Igiene e Medicina Preventiva all'Università Cattolica del Sacro Cuore Dirige l'Osservatorio Italiano sulla Salute nelle Regioni, ha presieduto l'Istituto Superiore di Santità e l'associazione delle Società di Sanità Pubblica dell'Ue. Rappresentante l'Italia nel consiglio direttivo dell'Organizzazione mondiale della sanità e oggi è stato nominato consigliere del ministro della Salute.
Professor Ricciardi, ha fatto bene la Santa Sede a sospendere tutti gli eventi affollati nei luoghi chiusi?
“Si, senza ombra di dubbio. I prossimi 15 giorni sono fondamentali per spegnere i due focolai di coronavirus attivi sul territorio. Per due settimane è opportuno evitare di frequentare ambienti nei quali le persone si trovano a un metro di distanza le une dalle altre. I virus non hanno confini e bisogna concertare i provvedimenti. E non introdurre misure in ordine sparso come sta accadendo in alcune regioni. E il vaccino per il coronavirus richiederà ancora un paio d'anni per essere disponibile”
Serve la quarantena?
“Sì assolutamente, la quartantena è l’unico strumento per combattere un virus per il quale non abbiamo né vaccino né terapia. Dobbiamo continuare con l'isolamento dei sogggetti potenzialmente a rischio. E ciò va fatto secondo una coerente stategia nazionale per disporre restrizioni di movimento delle persone che sono state in contatto con i casi originari di coronavirus”
Quale lezione dobbiamo trarre dall'emergenza Sars vissuta all'inizio degli anni Duemila?
“Diciasette anni fa l'allarme fu dato dalla Cina con ancora maggiore ritardo, quindi perlomeno stavolta la macchina sanitaria internazionale ha potuto mettersi in moto più tempestivamente. Bisognava bloccare subito i transiti che furono il principale mezzo di diffusione della Sars nel 2003.Purtroppo a livello europea non è stato concordato questo provvedimento neppure per il coronavirus. Adesso il nostro obiettivo è il contenimento dei contagi”
Cosa bisogna fare stavolta?
“Impedire che l'epidemia diventi pandemia. Con la Sars ci siamo riusciti malgrado le autorità cinesi avessero nascosto inzialmente i casi di contagio. Ciò costrinse ad adottare tardivamente misure indispensabili a impedire che il contagio si spargesse per il mondo. Quando si intervenne, era ormai troppo tardi e ciò provocò centinaia di morti. In Italia ci sono due focolai epidemici in Lombardia e Veneto. Bisogna evitare che diventi un’epidemia che coinvolga anche le altre regioni”.
E per i casi asintomatici?
“Proprio perché i contagi possono avvenire anche da soggetti asintomatici in situazioni come quella determinata dal coronavirus è indispensabile la quarantena obbligatoria delle persone che tornano da zone a rischio. I virus non hanno confini”.