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7 Paesi firmano una dichiarazione sui rischi della crittografia a protezione dei telefoni e delle chat

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Sono 7 i  Paesi (Australia, Canada, Nuova Zelanda, India, Giappone, Uk e Usa) firmatari di una nuova dichiarazione di allarme sui rischi derivanti dalla crittografia che protegge smartphone e chat ma che impedisce l’accesso anche ad agenzie governative e a forze di polizia. In passato, c’è stato uno scontro tra Apple e l’Fbi per lo sblocco dell’iPhone di uno dei responsabili della strage di San Bernardino.

La nuova dichiarazione è volta a chiedere, nuovamente, alle aziende tecnologiche di collaborare con i governi e di predisporre un “backdoor”, ovvero, porte sul retro che permettano alle autorità di accedere a software e dispositivi in caso di necessità.

Il contenuto della dichiarazione

Nell’incipit della nuova dichiarazione è scritto: “Sosteniamo una crittografia avanzata, che svolge un ruolo cruciale nella protezione dei dati personali, della privacy, della proprietà intellettuale, dei segreti commerciali e della sicurezza informatica”. Inoltre, determinati utilizzi della crittografia “pongono sfide significative alla sicurezza pubblica”, ad esempio quella dei “bambini sfruttati sessualmente”, evidenziano i firmatari.

Per questo “esortiamo l’industria a rispondere alle nostre serie preoccupazioni laddove la crittografia viene applicata in un modo che preclude qualsiasi accesso legale ai contenuti”.

La richiesta statunitense è stata firmata dal procuratore generale William Barr, è l’ultimo atto di una battaglia che da anni vede su fronti contrapposti le aziende tecnologiche e le autorità nazionali

Giulia Ficarola: