11 anni fa il terremoto dell’Aquila. Ricostruzione senza legge quadro
In Italia il 17% del patrimonio immobiliare storico-artistico è soggetto a vincolo,ma non esiste ancora una normativa nazionale su come ricostruire dopo le grandi emergenze
Il comune ha chesto di accendere un lume o il proprio cellulare alla finestra, nella notte tra il 5 e il 6 aprile per commemorare le vittime del sisma e tutti coloro che in questi giorni stanno perdendo la vita in solitudine a causa del coronavirus. Nei giorni del ricordo del tragico terremoto del 6 aprile 2009, l’associazione dimore storiche italiane ricorda tutte le vittime, le sofferenze patite dal territorio, ma vuole anche rivolgere un appello alle istituzioni e mettersi a disposizione per lavorare insieme a una norma quadro sulla ricostruzione.
In attesa della normativa
“Lavoriamo insieme a una normativa nazionale sulla ricostruzione dopo le grandi emergenze, affinché non ci si trovi più a dover ripartire sempre dall’inizio e con regole sempre diverse. Una normativa nella quale il patrimonio immobiliare storico-artistico sia adeguatamente considerato, per il suo valore culturale e la sua rilevanza economico-sociale per il Paese”, afferma il presidente nazionale dell’associazione dimore storiche italiane, Giacomo di Thiene, in occasione dell’ anniversario del terremoto che il 6 aprile di undici anni fa sconvolse tragicamente il territorio aquilano, rilancia alle istituzioni l’appello a mettere a sistema buone pratiche, errori e complicazioni riscontrate nelle gestioni degli ultimi eventi sismici, per giungere, finalmente, a un quadro normativo chiaro, certo e snello per affrontare le future ricostruzioni in un clima di fiducia tra tutti i soggetto coinvolti, elemento questo essenziale per ri-costruire e ri-nascere velocemente.
La necessità di un coordinamento
La proposta è indirizzata, oltre che al ministro per i beni e le attività culturali e il turismo, Dario Franceschini, in particolare a Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento Casa Italia chiamato a coordinare le ricostruzioni e pianificare quelle che verranno, e al commissario Giovanni Legnini. “L’esperienza maturata nei diversi momenti di emergenza ci ha insegnato che, senza una normativa quadro per la ricostruzione, ogni volta si riparte sempre dall’inizio e ogni volta con organizzazioni, procedure, moduli diversi che spesso non tengono conto delle esperienze passate- ricorda di Thiene- Architetti, ingegneri, restauratori, periti, ma anche gli stessi funzionari pubblici, devono applicarsi con grande dispendio di tempo, e quindi anche risorse economiche, per studiare e interpretare le nuove norme. Definire procedure pianificate e collaudate prima della prossima emergenza, in modo specifico anche per il patrimonio culturale, così diffuso su tutto il territorio ma anche così peculiare e difficilmente gestibile con le norme generali, consentirebbe di incidere significativamente su questi aspetti”.
Il 17% degli immobili è vincolato
Altrimenti il rischio, se non proprio la realtà, è che “il recupero, la ricostruzione, il restauro del nostro patrimonio storico e culturale non vengano correttamente finanziati, non per cattiva volontà, ma per inadeguatezza degli strumenti a disposizione. Continuando su questa strada, la valorizzazione di questo tanto invocato patrimonio storico-culturale, che si dice sempre, a ragione, ci contraddistingue nel mondo e costituisce una risorsa per il Paese, continuerà a esserci sempre e solo a parole”. L’appello parte anche da un dato preciso: le dimore storiche private, in Italia, rappresentano circa il 17% del patrimonio immobiliare storico-artistico soggetto a vincolo, un vero polo di attrazione e un volano economico per i territori, spesso piccoli centri, nei quali si trovano. Sono immobili che, come definito dalla nostra Costituzione e ribadito anche da una delle ultime ordinanze per la gestione della ricostruzione post terremoto del 2016, hanno una valenza architettonica e storico-artistica che ne determina un “interesse pubblico” da preservare.
Interesse generale
“In occasione dell’anniversario del tragico terremoto de L’Aquila, mentre ricordiamo le troppe vittime e i successivi sforzi e impegni delle Soprintendenze nella difficile ricostruzione, vorremmo lanciare questo messaggio alle Istituzioni, per provare a non dover rincorrere le prossime emergenze, ma farci trovare più consapevoli e pronti-conclude di Thiene-. Come associazione dimore storiche italiane siamo disponibili a collaborare per portare la nostra esperienza e contribuire a migliorare le azioni e le norme per il futuro, come sempre nell’interesse generale“.
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