Assoluzione piena e caso impeachment chiuso per il Presidente statunitense Donald Trump. Il Senato ha respinto entrambe le accuse: sia quella di abuso di potere, sia quella di ostruzione al Congresso, decidendo dopo una battaglia durata mesi che non ci sono le condizioni perché l'inquilino della Casa Bianca venga rimosso dal suo incarico.
Impeachment
Il caso era iniziato il 12 luglio 2017, quando il rappresentante della California Brad Sherman presentò formalmente una richiesta di impeachment accusando il presidente di ostacolare la giustizia per quanto riguarda l'indagine dell'interferenza russa nelle elezioni presidenziali del 2016. Il 18 dicembre 2019, dopo il sì della Camera dei Rappresentanti, Trump è diventato il terzo presidente nella storia degli Stati Uniti ad essere messo ufficialmente sotto accusa, dopo Andrew Johnson (1868) e Bill Clinton (1998). La Camera aveva approvato due articoli di impeachment, entrambi legati alle pressioni fatte dal capo della Casa Bianca sul collega ucraino Zelensky, affinché aprisse un’inchiesta sulle attività a Kiev di Hunter Biden e suo padre Joe, candidato democratico alle presidenziali di novembre. Il primo atto di accusa riguardava l’abuso di potere, perché Trump aveva congelato gli aiuti militari all’Ucraina allo scopo di costringerla a soddisfare i suoi interessi politici personali; il secondo l’ostruzione del Congresso durante l’indagine, perché aveva ordinato a tutti i suoi collaboratori di non cooperare. Una grande vittoria per il tycoon, che però era già nei pronostici: la maggioranza dei senatori è repubblicana, come Trump che oggi alle 18 terrà un discorso. Il “muro” ha retto, anche se con una defezione eccellente: quella dell'ex candidato alla Casa Bianca Mitt Romney – senatore dello Utah, già candidato repubblicano alla Casa Bianca nel 2012 quando sfidò Barack Obama (e perse) – che rompendo con la linea del proprio partito ha votato a favore della condanna di Trump per l'accusa di abuso di potere. L'ex magnate esce dal caso impeachment più forte di prima e può puntare alla rielezione, il prossimo 3 novembre, con più fiducia. Intanto, i Dem sembrano essere allo sbando. Ieri, la speaker della Camera Nancy Pelosi, terza carica dello Stato, ha stracciato la copia del discorso di Trump al Congresso dopo che il presidente aveva evitato di stringerle la mano.