“La sola efficienza energetica potrebbe generare risorse economiche annuali equivalenti all’intero piano di investimenti Juncker per l’economia europea, ovvero oltre 300 miliardi di euro”. È quanto si legge nel rapporto del Wwf “Dalla crisi all’opportunità. Cinque passi verso economie europee sostenibili”, in occasione dell’incontro a Bruxelles dei 28 ministri delle finanze europei per concordare un nuovo Fondo Europeo di Investimenti Strategici (Efsi) proposto dal presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker. Si tratta di una sorta di “roadmap” divisa in cinque punti fondamentali per costruire un’economia sostenibili, incentrata su obiettivi che siano raggiungibili ne prossimi cinque anni.
Quello che il Wwf propone è di integrare tra loro i cinque campi principali per la crescita: clima e energia, miglior efficienza delle risorse e loro gestione, politiche fiscali e finanziarie innovative che mirino all’eliminazione dei sussidi per processi negativi per l’ambiente, come i finanziamenti ai combustibili fossili, e inseriscano le tasse sull’utilizzo delle risorse e i danni all’ambiente. “Invece di perseguire il solito trend di crescita che ‘prima inquina poi pulisce’ – spiega Sebastien Godinot, esperto di economia del Wwf e autore del rapporto – il presidente Juncker e i leader europei dovrebbero stare più attenti ai veri sintomi delle nostre economie malate: l’impoverimento delle risorse naturali e la mancata considerazione di questa straordinaria ricchezza da parte dei mercati. Il messaggio è molto semplice: nessuna economia può svilupparsi senza risorse naturali”.
Infatti, come si legge nel rapporto, il sempre più crescente disastro ecologico sta superando sia per gravità che economicamente le dimensioni dell’attuale crisi economica. “I danni provocati dalle alluvioni, come quelle che hanno colpito anche di recente il nostro Paese, sono costate negli ultimi 10 anni più di 150 miliardi di euro, – si legge in una nota del Wwf – la ‘bolletta annuale’ dell’inquinamento dell’aria equivale invece a 537 miliardi di euro mentre le industrie europee sono costrette a importare materie prime non più disponibili in Europa del valore di 300 miliardi di euro”.
Nella conclusione del suo intervento Godinot ha specificato come le economie sostenibili “hanno un potenziale enorme in termini di benefici prodotti, molto più del Piano di Investimento di Juncker: sono capaci di generare oltre 20 milioni di posti di lavoro entro il 2020 (dati della Commissione Europea, ndr). Come? In gran parte utilizzando minori quantità di risorse e energia, compensando i fallimenti del mercato e proteggendo concretamente la natura in Europa”.