Ma subito il primo intoppo: Lexi vede che altre gestanti arrivate dopo di lei vengono portare direttamente in infermeria, mentre lei deve aspettare. La risposta è semplice, la sua gravidanza non è ancora arrivata alla 20esima settimana, limite legale secondo il quale il feto viene considerato una vita. Quindi le regole dell’ospedale imponevano che rimanesse in reparto. Dopo circa un’ora Lexi è riuscita a sentire il battito del cuore del suo bambino e si è tranquillizzata un po’. Ma poi l’irreparabile, quei dolori così familiari, le contrazioni: Walter stava nascendo. Cinque ore dopo essere arrivata nella struttura, ha dato alla luce il suo bambino. Troppo presto.
Il punto è che Walter qualche istante è riuscito a viverlo, anche senza macchine. “Era completamente formato e tutto era al suo posto, riuscivo a vedere il cuore battere nel suo piccolo petto”, dichiara la mamma, e aggiunge che dopo il parto stava “piangendo, ma lui era perfetto”. Uno schiaffo a chi crede di poter stabilire l’inizio di una vita, a chi crede che ogni concepimento non sia in sé la scintilla di una nuova esistenza.
A quel punto il papà Joshua, orgoglioso del suo piccolo, ha deciso di andare in auto, prendere la macchinetta fotografica per immortalare quei secondi così importanti, che hanno reso un feto prematuro uno spartiacque che è riuscito anche a salvare la vita di molti altri bambini “non desiderati”. All’inizio Lexi non voleva, ma poi le foto si sono diffuse su internet, suscitando commozione e sollevando riflessioni. Hanno raggiunto mamme in lutto e le hanno aiutate ad affrontare la perdita dei loro bambini, ma sono state usate anche per aiutare le donne a scegliere la vita per i loro piccoli non nati. Alcune hanno anche commentato le immagini sul blog che ha aperto Lexi: “Prima credevo che ci fossero delle ragioni per giustificare alcuni aborti. Ma ora, vedendo Walter adagiato sul suo petto mi vergogno delle mie opinioni passate e sono addolorata per ogni donna che decide di abortire senza comprendere il valore della vita che porta dentro di sé”.
Per questo ora i genitori di Walter invitano a diffondere queste foto, perché queste immagini rivelano tutta
Se solo avesse avuto una settimana in più avrebbe potuto ancora lottare per la vita. “In mezzo a tutto il nostro dolore – conclude la mamma – sono felice perché da tutto questo può uscire qualcosa di positivo. Prego perché il Signore continui a usare le fotografie di Walter per colpire molte persone”.