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USA, IL TEXAS CELEBRA LA FESTA DELL’INDIPENDENZA

Negli Usa è considerato lo Stato della stella solitaria, la patria di presidenti, la terra simbolo del Far West e della pena di morte. Nonostante faccia parte degli Stati Uniti, i suoi stessi abitanti lo vedono come una nazione autonoma, slegata dal contesto sociale, culturale e politico americano. Una rivendicazione di originalità frutto di motivazioni molto lontane nel tempo, dovute al fatto che il Texas, l’indipendenza, la conquistò da solo, con le proprie forze.

Nella prima metà dell’Ottocento, quando gli Stati Uniti attraversavano un profondo cambiamento sociale, economico e demografico, che sfociò nella crisi finanziaria del 1837, si rese necessario, espandere il territorio per contenere l’incremento demografico. Furono gli anni della presidenza di Andrew Jackson, tempi in cui già iniziava a affermarsi la divisione tra un sud schiavista e un nord più moderno che guardava all’industrializzazione. La divisione si sarebbe resa ancora più palese con l’espansione verso sud-ovest poiché avrebbe permesso l’ingresso di nuovi stati schiavisti all’interno dell’Unione.

Caso emblematico fu quello della provincia messicana di Coahuila y Tejas (americanizzato poi in Texas). Fin dagli anni ’20, con l’autorizzazione del governo messicano, coloni americani avevano cominciato a insediarsi in quella provincia. Tra il 1821 e il 1835 però, il numero degli immigrati crebbe vertiginosamente. Erano oltre 35 mila, e con loro portarono anche la schiavitù, che il governo messicano avrebbe poi abolito nel 1829. Con il tempo la zona era divenuta totalmente abitata da soli americani, trasformandosi, di fatto, in una provincia degli Stati Uniti. Già nel 1827 si tentò di rinegoziare il confine con il Messico, ma il piano fallì. Quando Jackson salì alla presidenza, nel 1829, ricominciò a premere per l’integrazione del Tejas nell’Unione. A quel punto il governo messicano bloccò l’immigrazione e decise di porre alcune restrizioni all’ingresso nella provincia; cosicché nel 1830 fu varata una legge che proibiva l’immigrazione verso il Tejas.

In Messico era salito al potere il generale Antonio López de Santa Anna che aveva instaurato una dittatura militare, varando una nuova costituzione. Intolleranti verso un regime violento e antidemocratico, i texani si rivoltarono e si dotarono, nel 1833, di una propria legge. Due anni dopo formarono ufficialmente il loro primo governo autonomo, con sede provvisoria nella città di San Felipe de Austin, dichiarando la piena indipendenza dal Messico. Nel febbraio del 1836 Santa Anna marciò verso la città di San Antonio de Bexar, dove circa duecento americani si erano rifugiati nella missione francescana di Alamo. Tra coloro che con i coloni parteciparono alla difesa della missione è ovvio citare almeno due protagonisti: David Crockett, congressman del Tennessee, ben radicato nell’immaginario comune a stelle e strisce, e James Bowie, famoso per aver creato il pesante coltello da caccia usato ancora oggi, e che porta il suo nome: il Bowie knife.

Il massacro di Alamo è tutt’oggi uno dei miti più vivi della frontiera americana, nonché simbolo della resistenza texana. Fu un massacro cruento e totale. Uomini, donne e bambini furono sterminati dalle truppe del generale, come esempio per altri americani che intendessero ribellarsi e rendersi autonomi. Le vittorie di Santa Anna furono però anche la causa della sua sconfitta. Il generale aveva dovuto dividere in due l’esercito, esponendosi a eventuali attacchi, non previsti però, dato che gli Stati Uniti non volevano intervenire per evitare una guerra con il Messico. Ma il pericolo non venne dagli Usa.

I messicani avevano sottovalutato la resistenza e la caparbietà dei texani, che galvanizzati dagli orrendi massacri avvenuti furono ancora più spronati a mantenere la loro indipendenza. Catturarono Santa Anna e lo costrinsero a siglare, a Velasco, la resa ufficiale, con conseguente ritirata dell’esercito. A quel punto -seppur non ufficialmente per il Messico- la repubblica del Texas divenne indipendente e aperta a un possibile ingresso negli Stati Uniti. La vittoria di Houston fu accolta positivamente da Jackson stesso.

Per il trattato di annessione sarà necessario attendere fino al 1845, provocando la guerra con il Messico, che reagì attaccando le forze americane stanziate sul Rio Grande. Nel 1848 il presidente James K. Polk firmò il trattato di pace di Guadalupe Hidalgo ponendo fine alla guerra e guadagnando al suo paese un’altra importante fetta di territorio, comprendente gli stati del sud-ovest. Va ricordato che l’annessione del Texas è da considerarsi come uno dei preamboli della guerra civile. Fu proprio a seguito della guerra con il Messico che la frattura tra nord e sud diventò sempre più difficile da sanare.

Edith Driscoll

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