Per la difficile strada che si dovrà necessariamente percorrere per arrivare alla definitiva unità dei cristiani è scoccata l’ora del dopo Avana e del dopo Lund. Cioè le località che lo scorso anno sono state teatro di due eventi storici, testimoni, almeno per qualche ora, del “miracolo” della reunion cristiana, ma che potrebbero essere destinati in un futuro più o meno prossimo ad avvicinare in maniera irreversibile le diverse anime della stessa religione. E che da oggi saranno al centro delle analisi della Settimana di preghiera dell’unità dei cristiani, intitolata quest’anno al tema “L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione”, che si concluderà mercoledì 25 prossimo alla Basilica romana di S.Paolo fuori le mura con la recita dei Vespri guidata dal Papa.
Preghiere e incontri
Sette giorni di preghiere e incontri ecumenici che non potranno fare a meno di rileggere ed approfondire quanto avvenuto lo scorso anno all’Avana, capitale dell’isola di Cuba, dove il 12 febbraio 2016 si incontrarono il Francesco e il patriarca ortodosso di Mosca Kirill, il primo meeting tra le due Chiese dal 1054, anno dello scisma d’oriente. E a Lund, in Svezia, teatro il primo novembre scorso delle celebrazioni dei 500 anni della Riforma Luterana alla quale, a sorpresa, ha partecipato anche Jorge Mario Bergoglio, autore di un gesto che – in verità – ha preso in contropiede non pochi osservatori dentro e fuori la Chiesa cattolica.
In cammino verso l’unità
Due date – il 12 febbraio e il primo novembre 2016 – assolutamente imprevedibili prima dell’ascesa di Bergoglio al Soglio di Pietro, due incontri inediti, due momenti forti e, a tratti, anche commoventi, arricchiti per di più da abbracci, strette di mano, preghiere comunitarie assolutamente impensabili prima del loro avvento, che hanno avuto il merito di aver dato una robusta sterzata al lungo cammino che gerarchie ecclesiali e popolo di Dio da oltre una cinquantina d’anni, all’indomani delle riforme del Concilio Vaticano II, stanno percorrendo per avviarsi verso l’unione delle famiglie cristiane. Un cambio di marcia più deciso rispetto al passato destinato a produrre grandi frutti, a patto che – hanno ripetuto a più riprese i protagonisti di quegli incontri, in particolare il Santo Padre – non ci si culli sugli allori e “tutti insieme” si faccia in modo che cattolici, ortodossi e luterani (ma anche anglicani e tutte le varie anime che fanno parte della galassia evangelica) si rimettano in viaggio per toccare altre fondamentali tappe oltre le quali andare a tagliare il traguardo della completa e definitiva unità sulla scia di quell’Ut Unum Sint (“Affinchè siate una cosa sola”) con cui Gesù Cristo esortò gli Apostoli agli albori della cristianità, secondo le pagine del Vangelo.
La sfida
Tra le grandi sfide che Papa Bergoglio si appresta ad affrontare nel nuovo anno appena iniziato, quella dell’ecumenismo si presenta, quindi, come forse la più alta e, allo stesso tempo, tra le più difficili, insieme alla pace nel mondo, alla messa al bando di guerre, oppressioni, ingiustizie, povertà. Missione difficile e complicata, ma forse non proprio impossibile, anche perché qualche “segno” positivo è già iniziato a germogliare.
Gli eventi
Primo “segno”, questa sera, alle ore 18 nella basilica di S.Paolo fuori le mura, dove i Vespri saranno guidati dal pastore Emanuele Fiume della Comunità Valdese. Stessa ora e stessa basilica, domani con i Vespri presieduti dal reverendo canonico John Kilgore della Comunità Anglicana degli All Saints di Roma. Venerdì sarà la volta della Comunità evangelica luterana guidata dal pastore Jens Martin Kruse. E domenica, alle ore 17 i religiosi paolini col superiore generale don Valdir Josè de Castro. Momenti profondamente ecumenici nella storica basilica, dove riposa l’Apostolo della genti, che culmineranno con la preghiera conclusiva papale di mercoledì prossimo.
Un altro segno altrettanto significativo riguarda il ricordo della celebrazione dei 500 anni della Riforma luterana che – sulla spinta della presenza in Svezia del papa di Roma – saranno commemorati il prossimo 21 e 22 gennaio nella cattedrale di Monreale, in Sicilia. Sabato alle 17, nel duomo verrà celebrata la liturgia ecumenica della Parola secondo il formulario approvato dalla Commissione mista Cattolico-luterana. Successivamente, alle 18.30, presso la Chiesa capitolare teutonica del Sacro Cuore, monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, terrà una riflessione su “Luteranesimo e cattolicesimo: convergenze e divergenze ecclesiologiche e sacramentali”. Il 22 alle 16, nella sede dell’Accademia teutonica, si darà spazio alle relazioni degli esperti, tra i quali i membri del consiglio esecutivo della Chiesa Luterana di Svezia e il vescovo della Nordic Catholic Church (Chiesa vetero cattolica di Norvegia) e l’Abate primate emerito dei Benedettini. E’ la prima volta che in Italia cattolici e luterani commemorano insieme Lutero e la Riforma. Sempre il 22 nella chiesa di Campo Ss. Apostoli di Venezia inizierà la preghiera ecumenica, con la partecipazione del presidente emerito del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, card. Walter Kasper, del pastore e presidente del Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Luca Negro, del Vicepresidente dell’Ufficio di Chiesa della Ekd, Thies Gundlach e del Decano della Chiesa Evangelica Luterana in Italia, Heiner Bludau. L’evento sarà accompagnato dai canti del coro dell’Università Cà Foscari diretto da Vincenzo Piani.
Nuovo inizio
Un traguardo, ma anche un “nuovo inizio” centrati grazie a “cinquant’anni di costante e fruttuoso dialogo ecumenico tra cattolici e luterani che ci hanno aiutato a superare molte differenze e hanno approfondito la comprensione e la fiducia tra di noi”, come si legge nella Dichiarazione congiunta di Lund, sottoscritta dal Papa e dal vescovo Munib Yunan, presidente della Lutheran World Federation. Sono questi i primi veri segni della strada senza ritorno che cancellerà gli scismi dei secoli passati e risanerà le ferite della cristianità?