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Un parco per lo skateboard, Kabul regala ai ragazzi una vita normale

In quei luoghi dove la guerra la fa da padrone, gli studenti afghani grazie dell’organizzazione non governativa Skateistan fondata dal 2007 da Oliver Percovich, provano a ritagliarsi uno spazio di vita normale. Era il lontano ottobre 2009 quando aprì a Kabul “Skatestain Park”, il primo parco per skateboarding di 1750 mq; sembrava una pazzia, in un territorio devastato dalle violenze. Un sogno irrealizzabile. E invece oggi, dopo qualche anno di attività e mille difficoltà, più di 300 tra ragazzi e ragazze di età compresa tra i 5 e i 17 anni sono liberi di girovagare, arrampicarsi e cadere dalle tante rampe, che nulla hanno da invidiare a quelle delle metropoli dei loro coetanei nel resto del mondo occidentale.

E intorno a tutto questo è nata una vera e propria scuola di skate in cui si contano circa 270 studenti afgani, di cui circa 200 sono bambini di strada. Ma non è solo divertimento: i ragazzi una volta arrivati presso il centro si ritrovano presto coinvolti in una serie altre attività importanti per la loro crescita. Possono imparare inglese, giornalismo, educazione ambientale e multimedialità. Si organizzano corsi di teatro, si impara a stare davanti una telecamera, a scrivere e a girare video. In alcune classi ci si collega via Skype con la Svizzera, con l’Australia, con il Perù, con l’Olanda e si dialoga e si stringe amicizia con coetanei a migliaia di chilometri. Spesso i ragazzi, seduti nei loro banchi, iniziano a raccontarsi e a parlare delle loro famiglie, delle loro usanze, dei loro desideri, delle tradizioni, delle speranze: i pensieri non hanno confini.

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