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UN OCEANO SU GANIMEDE, PICCOLO SATELLITE DI GIOVE

Non siamo soli nell’universo…ad avere l’acqua! Lo hanno rivelato due distinte ricerche scientifiche che sono giunte alle medesime conclusioni: nel nostro sistema solare è presente più acqua di quanto si potesse ipotizzare. In particolar modo, sotto forma di oceani nascosti sotto le superfici di satelliti di grandi pianeti come Giove e Saturno.

Gli occhi del telescopio spaziale Hubble hanno scrutato Ganimede – uno dei satelliti di Giove – per sette ore. Pur non essendo in grado di compiere osservazioni sotto la superficie, il telescopio ha esaminato le luci delle aurore che oscillano a causa dei cambiamenti del campo magnetico indotti dalla rotazione di Giove. Da simulazioni al computer, gli scienziati avevano calcolato che un’eventuale presenza di acqua ghiacciata avrebbe fatto oscillare di due gradi i bagliori. “È esattamente quello che abbiamo osservato”, ha spiegato Joachim Saur, geofisico alla University of Cologne, “quindi possiamo dedurre che ci sono effettivamente oceani ghiacciati su Ganimede”.

Inoltre, secondo osservazioni fatte dalla sonda Galileo potrebbero esistere grandi oceani ghiacciati anche su Europa e Callisto, altri due satelliti di Giove. Gli scienziati vogliono provare a utilizzare lo stesso approccio teorico e sperimentale per Io, un altro satellite naturale di Giove, molto più caldo di Ganimede e potenziale ospite di un oceano sotterraneo di magma.

Ma l’acqua è presente anche in un altro grande satellite, questa volta di saturno: Encelado. Lo ha rivelato un lavoro appena pubblicato su Nature da un’équipe internazionale di astrofisici del Laboratory for Atmospheric and Space Physics della Università del Colorado. Gli scienziati hanno raccontato di aver osservato sorgenti idrotermali, cioè fratture nel suolo dalle quali fuoriesce acqua, sulla superficie del satellite. Se confermata, la scoperta farebbe di Encelado l’unico altro posto nel Sistema Solare (oltre alla Terra) in cui hanno luogo reazioni chimiche tra roccia e acqua calda: un fenomeno, come sottolinea il New York Times, particolarmente promettente perché il satellite possa ospitare qualche forma di vita.

“Il risultato più sorprendente”, ha raccontato Hsiang-Wen Hsu, principale autore dello studio “è il fatto che acqua e rocce delle sorgenti idrotermali abbiano una temperatura così alta, circa 90 gradi centigradi. Ma è questo il valore che abbiamo misurato”. Gli scienziati sono giunti a questa conclusione osservando le minuscole particelle di polvere catturate dalla sonda Cassini, della Nasa, mentre si avvicinava all’orbita di Saturno. Gli strumenti a bordo di Cassini hanno stabilito che le particelle avevano un alto contenuto di silicio ma nessuna traccia di metalli come sodio o magnesio. Secondo Hsu, la polvere è probabilmente silice, o anidride silicica, formata da acqua alcalina (con un pH compreso tra 8,5 e 10,5) e una temperatura, per l’appunto, di circa 90 gradi. Con la scoperta della presenza di acqua nel sistema solare, la speranza di trovare un giorno nuove forme di vita potrebbe non essere più solo una chimera.

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