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UN NONNO IN AFFIDO

In principio tutto ĆØ partito come unā€™iniziativa di qualche Comune, che non voleva ā€œseppellireā€ gli anziani sotto la coltre dellā€™indifferenza e dellā€™abbandono sociale prima ancora del grande passo verso lā€™aldilĆ . Poi pian piano lā€™idea si ĆØ diffusa, piĆ¹ cittĆ  hanno provato a recuperare un rapporto con la Terza EtĆ ; oggi addirittura si ĆØ arrivati a una legge regionale, in Veneto. Il progetto prende il nome di Nonni in affido, e prevede che coppie in pensione, famiglie con bambini, ma anche single desiderosi di regalare a chi ha bisogno qualche scampolo di tempo, si rendano disponibili ad adottare un anziano.

L’impegno richiesto ĆØ minimo: una visita 2 o 3 volte alla settimana, l’aiuto nelle necessitĆ  quotidiane come la spesa, la commissione in farmacia o la compilazione di un modulo, qualche passeggiata in compagnia. Ma talvolta arrivano anche gli inviti al cinema o a cena e non ĆØ infrequente che dall’affido fioriscano sincere amicizie. Prima di essere dichiarati idonei bisogna fare i colloqui e un corso di formazione.

Per ogni nucleo sono previsti rimborsi mensili, da 500 euro ā€“ nel caso in cui l’anziano venga affidato part time ā€“ fino a 900 euro per unā€™assistenza full time, che comporta la convivenza con la famiglia affidataria. Le spese per il mantenimento sono a carico dellā€™ospite, che non dovrĆ  comunque corrispondere altro al nucleo familiare che lo adotterĆ . Il tutto sotto il controllo dei servizi sociali.

Oggi piĆ¹ che mai la figura del nonno puĆ² rivestire un ruolo di fondamentale importanza per la nostra societĆ , troppo ripiegata su se stessa, impegnata in altro per avere il tempo di elaborare il proprio passato. Non ĆØ solo il racconto di favole o unā€™uscita al parco, ĆØ molto di piĆ¹: ĆØ ritrovare quella capacitĆ  di ascolto, di una mano che ti accompagna ai giardinetti, di due occhi che ti seguono mentre giochi; nulla a che vedere con i pixel colorati di un televisore o una consolle di videogames, che immergono i bambini nella piĆ¹ totale solitudine.Ā Adottare un nonno vuol dire regalare una strada di crescita ai propri figli, prima ancora che unā€™opportunitĆ  di sentirsi vivi a chi da tempo ha passato gli ā€œantaā€. Ecco perchĆ© il progetto ha una sua valenza profonda: perchĆ© riavvicina intere generazioni, torna ad essere il collante di una societĆ  che si sta perdendo.

Sono preziosi i canali di comunicazione che nascono fra queste due generazioni cosƬ lontane e le loro modalitĆ  sono spesso piĆ¹ facili di quelle tra bambino e genitore: ai nonni, infatti, non spetta il compito dellā€™educare, che crea spesso tante tensioni; non entrano in gioco la gelosia o il desiderio di identificazione e il bimbo, da parte sua, puĆ² esprimere un’affettivitĆ  che si alimenta di gioco e di piccole complicitĆ .
Un tempo i nipoti erano molti e i nonni pochi (le famiglie erano piĆ¹ numerose, ma si viveva meno a lungo), mentre oggi spesso capita il contrario (il 42% dei nipoti alla nascita ha ancora tutti e quattro i nonni).

La famiglia e i rapporti interpersonali inoltre sono profondamente mutati: basti pensare che in passato il divorzio non esisteva quasi, che il padre, per lavoro o per mentalitĆ , era spesso assente ed era la donna ad occuparsi interamente della famiglia e dell’educazione dei figli; i vecchi inoltre erano trattati con estrema riverenza e quasi sempre vivevano insieme ai figli. Oggi invece il nonno abita per lo piĆ¹ da solo, si presenta come una persona indipendente (spesso lavora ancora), legato alla famiglia ma allo stesso tempo al di fuori di essa. Il concetto stesso di nucleo familiare ĆØ cambiato, dunque non ĆØ infrequente vedere dei nonni che esercitano il proprio ā€œruoloā€ solo una o due volte al mese.

Ecco perchĆ© la legge regionale del Veneto sull’accoglienza degli anziani approvata da poco, ma anche le esperienze di Lucca, o quelle in piccoli comuni del Milanese o dell’Emilia Romagna vanno pubblicizzate e incoraggiate: rappresentano uno schiaffo all’individualismo imperante del mondo di oggi, che forma nuove generazioni incapaci loro malgrado di relazionarsi non solo tra fasce d’etĆ  diverse ma spesso addirittura con i propri coetanei. Parafrasando un vecchio motto si potrebbe dire: chi trova un nonno trova un tesoro.

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