Ci vuole coraggio, in un momento in cui l’integralismo religioso è alla costante ricerca di vittime, nel fare un gesto che va controcorrente. Far diventare visibile un ideale di pace, passando per il dialogo interreligioso, è oggi un’operazione particolarmente complicata per un musulmano. Ma Radwan Khawatmi non ha mai avuto timore di osare, nella convinzione che il Bene possa e debba essere alla base delle comunicazioni tra i popoli.
Per questo – insieme alla moglie Giovanna, cattolica – ha deciso di far battezzare suo figlio nella Basilica dei Santi Apostoli, a Roma. Un gesto importantissimo; ed è stata scelta proprio l’Italia per un atto di così grande valenza simbolica, la culla del cristianesimo.
Una cerimonia semplice, in un pomeriggio invernale nato sotto il segno della Madonna, riconosciuta anche nel Corano. L’altare della Basilica, infatti, non mostrava come al solito il grande dipinto centrale ma un drappo bianco dove la figura di Maria si stagliava come a benedire con occhio materno ciò che si stava compiendo.
Il piccolo François, 4 anni compiuti, si è avvicinato al sacramento con la forza dell’amore che la sua famiglia ha infuso in lui. Prima la discesa nella cripta che conserva le reliquie degli apostoli Filippo e Giacomo il Minore, per una preghiera. Poi la Messa e il trasferimento al Battistero dove la cerimonia ha avuto il suo momento più toccante.
Si respirava l’aria dei grandi eventi, di quelli che possono fare la Storia. Un piccolo seme d’amore gettato nel campo delle incomprensioni di cui oggi il mondo è vittima. Nella chiesa, le tantissime piccole luci che adornavano l’intera immagine di Maria erano come stelle, punti di riferimento da sistemare nel cielo dei territori dove oggi più c’è bisogno di una speranza.
“E’ un percorso – spiega Radwan Khawatmi in esclusiva a InTerris.it – che abbiamo voluto fare all’interno della mia famiglia, abbiamo riflettuto molto, abbiamo pensato molto. Alla fine l’amore deve regnare sempre, ed è la pace che lega tutti i popoli, anche nella loro diversità. Il nostro è un atto di fratellanza, è un gesto che risponde al dolore, a quello che sta accadendo intorno a noi. Nel Paese dove sono nato io, dove vengono massacrate delle persone solo per il loro credo. Quindi noi abbiamo voluto con questo dimostrare che non c’è nessuna diversità, che le religioni sono fonte d’amore, di pace e di solidarietà. Io mi auguro – e che Dio ci assista in questa nostra decisione – che venga interpretata nel senso giusto, della forza dell’amore e della solidarietà”.
Una riflessione importante, in un mondo dove la violenza sembra prevalere sul dialogo. Radwan Khawatmi è nato nel 1952 in Siria, una passione per l’Italia nata da quando, accanto alla zona dove abitava, un gruppo di ricercatori italiani portò alla luce l’antica città di Ebla. Poi gli studi, un po’ a Parma e un po’ negli States, dove si è laureato in Economia e commercio. Inizia a lavorare subito, distinguendosi per professionalità (conosce 4 lingue: inglese, francese, arabo e italiano) e impegno. Poi fonda la Hirux International, che diventa azienda leader nella produzione di elettrodomestici; acquisisce il marchio Thompson e oggi si confronta con colossi come Samsung e Lg.
Un leader, in Italia e nei Paesi Arabi; per questo il suo gesto risulta ancor più importante: un messaggio di speranza per dare spessore alla parte buona dell’Islam, offuscata nei media occidentali dalle nefaste azioni di alcuni fanatici integralisti.
“Quando apro il Corano – prosegue Radwan Khawatmi – e vi leggo all’interno uno dei più bei versetti, quello di Maria, dove parla della sua verginità, penso che un musulmano per essere tale deve credere in Cristo e nella verginità di Maria. Tutte queste cose ci hanno unito, e oggi con le ideologie stanno cercando di distruggere ciò che abbiamo creato in anni e anni; i nostri profeti, sia Maometto che Cristo, hanno insegnato l’amore ai nostri popoli. Voglio condividere questo momento straordinario (il battesimo, ndr), al di là di tutto ciò che ci circonda”.
Viviamo un momento storico in cui la religione viene utilizzata per uccidere, dividere, terrorizzare. Reminiscenze medievali portano gli uomini al massacro in nome di una fede spesso piegata ai voleri di pochi. Islam e cristianesimo vengono impropriamente descritti come prossimi a un violento redde rationem, togliendo così aria al dialogo e spazio al confronto. Khawatmi ha lanciato un messaggio chiaro al “suo” mondo e all’Occidente; ora questo seme deve germogliare.