Philippe Djian scrittore francese negli anni ’80, erede francese della Beat Generation con il suo “37°2 al mattino” diceva :”Quando mi sento male, non vado in farmacia, ma nella mia libreria.” Come dargli torto. Infatti, uno studio americano dal titolo “Un capitolo al giorno: associazione tra lettura di libri e longevità”, condotto dalla School of Public Health dell’Università di Yale, negli Stati Uniti, e pubblicata sulla rivista scientifica Social Science & Medicine, dimostra che leggere allunga la vita anche di due anni.
Comparando l’aspettativa di vita di un campione di circa 3600 cinquantenni, che facevano parte dell’Health and Retirement Study, imponente banca dati degli statunitensi con più di 50 anni, con quella media, i ricercatori hanno scoperto che leggere libri fino a tre ore e mezza alla settimana determina una riduzione delle varie possibili cause del rischio morte pari al 17%.
E la percentuale di riduzione del richio morte si impenna, salendo fino al 23%, per coloro che leggono più di 3,5 ore alla settimana, determinando, così, un aumento della vita media di quasi due anni.
Infatti, come scrivono,con un gioco di parole, gli autori della ricerca, del lavoro intitolato “la lettura di libri include tra i suoi benefici una lunga vita in cui leggere altri libri”. Così, mentre il numero dei lettori in Italia resta stabile, rimanendo nella parte della classifica dei Paesi europei in cui si legge di più, l’Istat ha rivelato che nel 2015 soltanto il 42% degli italiani ha letto almeno un libro in un anno, mentre una famiglia su dieci non possiede alcun libro.
Naturalmente, le donne leggono molto più degli uomini: il 48,6% contro il 35% dei maschi.