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Turchia, uomini con la gonna per protestare contro gli stupri

Migliaia di persone sono scese in strada a Istanbul, in segno di solidarietà con le donne vittime di violenza, ad una settimana dall’atroce stupro e assassinio di una studentessa ventenne a Marsin, nel sud del Paese. Anche gli uomini dunque in gonna contro l’escalation sessista. Secondo il Ministero delle politiche sociali, l’89% delle donne vittime di abusi in Turchia non li denuncia per paura.

Il corteo, che ha percorso il grande viale pedonale Istiklal, era guidato da un gruppo di uomini. Decine di manifestazioni anche in altre città del Paese. Secondo le opposizioni, da quando è al potere il partito islamico Akp del presidente Erdogan (2002), le violenze contro le donne sono aumentate del 400%.

Le donne sono da sempre vittime di violenza domestica in Turchia, dove vi sono ancora i “delitti d’onore” commessi per cancellare la vergogna sociale di avere una donna in famiglia che ha commesso adulterio, o addirittura che è stata violentata.  Il ministro turco per la Famiglia e gli Affari sociali, Fatma Şahin, ha dichiarato che negli ultimi quattro anni oltre 600 sono state uccise all’interno delle loro famiglie.

Secondo i dati del ministero degli Interni, nel 2009 sono state uccise 171 donne, 177 nel 2010, 163 nel 2011 e 155 nel 2012. I carnefici non sono solo i mariti, ma anche parenti molto stretti delle vittime, padri, fratelli, cugini. Gli omicidi avvengono solitamente in zone rurali della Turchia, ma anche nella Istanbul occidentale la violenza sulle donne è un problema. E parliamo solo di dati ufficiali… Poi c’è l’immenso problema dei delitti non denunciati.

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