Torture, la Cia ammette metodi “ripugnanti” dopo l’11 settembre

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Continuano le polemiche sui metodi di interrogatorio, con uso di torture, che la Cia ha usato durante la “guerra del terrore” dopo gli attacchi terroristici che portarono alla caduta delle Torri Gemelle. Questa volta è proprio il direttore della tanto discussa Agenzia, John Brennan ha deciso di fare un suo intervento. Ha definito “ripugnanti” i metodi usati, ma “Il programma di detenzione e interrogatorio ha prodotto informazioni utili a sventare progetti terroristici, catturare i loro ideatori e salvare vite umane – ha commentato il numero uno della Cia – non c‘è modo di sapere se siano stati gli interrogatori rafforzati a fornire quelle informazioni utili”.

Brennan – che ha aperto il suo discorso facendo un resoconto degli attentiati dell’11 settembre – ha precisato che lui all’epoca era “solo” il numero due dell’agenzia e i metodi usati erano stati introdotti per legge dall’amministrazione di Bush per combattere al Qaeda ed erano legali fino alla revoca fatta dal presidente Barack Obama.

L’attuale numero uno della Cia non parla in particolare di nessuno dei metodi di “enhanced interrogation” – ovvero interrogatori potenziati – e durante i suoi 40 minuti di discorso non li definisce mai “torture”, ma ribadisce che le informazioni ottenute hanno permesso di salvare molte vite umane e di catturare e uccidere Osama Bin Laden. “Lascio agli altri il compito di mettere un’etichetta a questi comportamenti – ha concluso Brennan – ma per me è qualcosa di cui rammaricarsi”.

Durante il discorso televisivo di Brennan, la senatrice Dianne Feinstein – è stata lei a capo della commissione che ha prodotto il rapporto choc – ha smontato pezzo per pezzo tutte le affermazioni del direttore della Cia utilizzando l’hashtag #ReadtheReport.

Manuela Petrini: